Page 5 - Menotti Bianchi
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Menotti Bianchi detto Frate Menotti (Bari, 1863 – 1924)
Meglio conosciuto con lo pseudonimo di Frate Menotti, secondo un’usanza an- ticlericale in voga all’epoca tra i caricaturisti, Menotti Bianchi nacque a Bari il 24 settembre 1863 da Tommaso Bianchi e Angela de Liguori.
Menotti è stato un disegnatore talentuoso, abile nel leggere e decifrare la società del suo tempo attraverso l’arte della caricatura, genere che trae le sue origini dal “ritratto caricato” sperimentato per primi da Annibale e Agostino Carracci.
La sua prima formazione artistica si deve probabilmente a suo padre, definito “valente artista” in un articolo del settimanale “Fra Melitone” del 1888, ma l’arte della caricatura l’apprenderà da autodidatta, come testimoniato dalla sua ricca biblioteca conservata nel Fondo Menotti presso la Biblioteca Nazionale “Sagarri- ga Visconti” di Bari.
La sua arte è debitrice dell’acume e della ecletticità carracciana e dei modi di Honorè Daumier, Felix Vallotton, Caran D’Ache oltre che dei principali caricatu- risti italiani, tra cui Melchiorre Delfico, Solatium, Casimiro Teja, Angiolo Tricca e Gandolin.
La collaborazione con il settimanale anticlericale “Fra Melitone” nel 1883 segnò l’inizio della sua carriera artistica, e continuò per quasi tutta la sua vita salvo una pausa durata cinque anni, probabilmente dovuta a dissidi e divergenze con arti- sti che fornivano caricature alla rivista, in particolare Damaso Bianchi, furioso per alcune vignette che lo vedevano protagonista vilipeso.
Tra le sue più importanti collaborazioni ricordiamo quelle con il “Mattino” di Bari, “Figaro”, “Don Ferrante”, “L’Oggi” e la “Gazzetta di Puglia”.
Menotti lavorò a Bitonto in qualità di impiegato presso la Banca bitontina, spo- standosi in seguito presso la filiale barese e, dopo il fallimento, alla Camera di Commercio di Bari.
Negli anni in cui lavorò a Bitonto, Menotti entrò da attento osservatore qual era nelle dinamiche politiche e sociali della città, realizzando tre album contenenti pungenti caricature di personaggi locali, nei quali delinea uno spaccato della so- cietà borghese cittadina di fine Ottocento.
Tra il 1885 e il 1886 realizzò due degli album di caricature bitontine attualmente conservati presso la Biblioteca comunale “E. Rogadeo” di Bitonto, scrigno di ine- stimabili tesori, il terzo appartiene a un privato.
Nell’album Minestrone, contenente 45 caricature realizzate ad acquerello e china, egli raggiunge uno stile del tutto personale e una maturità stilistica sostenuta dalla scioltezza del segno e dall’acuta attitudine osservativa. Egli mostra non solo
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