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  “State of Exception” è una mostra situata originariamente nella “University of Michigan Institute for the Humanities Gallery” nel 2013. È stata realizzata con la collaborazione del fotografo Richard Barnes, dell’artista e curatrice Amanda Krugliak e dell’antropologo Jason de León.
“State of Exception” presenta oggetti quali zaini e borse, posate, barattoli di cibo, bottigliette, vestiario, calzature e foto di documenti d’identità, denaro e molto altro. Tutto questo è stato rinvenuto nel deserto del Sonora, al confine tra Messico e Stati Uniti.
De León è fondatore e a capo di una iniziativa che studia i flussi migratori illegali sul confine messicano-statunitense. Nel 2012,
mentre effettuava con un gruppo di suoi studenti una ricerca nel deserto di Sonora, si è imbattuto nel corpo di una giovane ragazza ecuadoriana, a quel tempo non identificata, che provò ad attraversare il confine americano ma senza successo. Alcuni suoi studenti, scioccati dall’accaduto, si sono tatuati in varie parti del corpo le coordinate del luogo dove è stato rinvenuto il cadavere della donna. Nella mostra, infatti, è possibile vedere alcune foto dei tatuaggi delle coordinate.
Con quest’esposizione, l’obiettivo degli artisti che hanno preso parte
a questo progetto è quello di sensibilizzare il pubblico sul tema dell’immigrazione, soprattutto quella clandestina. Purtroppo, si tratta di una questione più che mai attuale. L’immigrazione a cui si riferisce la mostra è quella delle popolazioni sudamericane che, a causa di oppressione politica, di condizioni di vita pietose o semplicemente per ricongiungersi alle loro famiglie e per sperare in una vita migliore, cercano di varcare il confine americano. Durante queste migrazioni,
i pericoli sono molteplici e potenzialmente letali come colpi di calore (viste le temperature molto elevate del deserto), deidratazione e attacchi quali furti, stupri e uccisioni da parte di banditi e di pattuglie di frontiera. Si stima che, dal 2001 al 2009, il numero di coloro che sono morti tentando di attraversare il confine sono circa 2500 e ogni anno il numero di migranti aumenta considerevolmente.
Ancora oggi molti considerano i migranti come motivo di disturbo e verso cui si mostrano comportamenti intolleranti e xenofobi, ad esempio respingendoli quando tentano di oltrepassare i confini.
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