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  della mostra Personnes (che in francese significa “persone”, ma suona anche come personne e cioè “nessuno”) fa riflettere sulla dialettica fra presenza e assenza, fra individui viventi e tracce di persone scomparse. L’opera è accompagnata dalla “colonna sonora” di un sordo rumore
di macchinari industriali da cui emergono ben percepibili e ossessivi dei battiti cardiaci continui, che provengono da piccoli amplificatori collocati su tutti i pali in ferro dell’installazione. Anche gli spettatori possono aggiungere le loro pulsazioni cardiache registrandole in una saletta. Dal 2008 Boltanski sta portando avanti il progetto degli Archives du coeur, che conta già trentamila battiti di cuore registrati.

































































































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