Page 9 - I giovani: la fonte rinnovabile di Sostenya
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Lucrezia Bellon 9
sostenibilità e non si limiti soltanto
al pro tto mi ha spinto ad accettare
di proseguire il lavoro. La nostra
è un’azienda che si proietta e ci proietta nel futuro, in un nuovo mondo in cui tutti siamo più sostenibili. In Innovatec, in particolare, ho avuto la possibilità
di vedere nuovi modi di vendere energia e di produrre energia, che siano sostenibili a livello ambientale.
Anche in Waste Italia ci sono diversi progetti (per esempio Waste End) che mirano a recuperare il più possibile
e a smaltire il meno possibile».
«I giovani sono sensibili alla sostenibilità, perché oggi se ne parla in università. Chi conosce
il tema penso che faccia qualcosa. Sappiamo che l’ambiente va protetto e che l’uomo, con le conoscenze che ha, può fare meglio.».
Uno di questi progetti è Waste End (ri uti zero), che si basa su uno studio realizzato dalla Fondazione Symbola
e da Kinexia. In base ai risultati, in Italia non servono nuovi termovalorizzatori. Con misure realizzabili in cinque anni l'Italia potrebbe ridurre di due terzi
i ri uti avviati a discarica, raddoppiare la raccolta di erenziata, aumentare il numero di impianti di compostaggio
e di preparazione al riciclo e ridurre drasticamente discariche e inceneritori esistenti.
I giovani sono più interessati alla sostenibilità? «Penso di sì, i miei coetanei sono sensibili a questo tema perché oggi se ne parla in università. Chi conosce il tema penso che faccia qualcosa.
E all’università c’è l’esame sulla Csr,
un tema attuale che si ritrova anche nella vita quotidiana. Noi giovani ne siamo a ascinati perché è un mondo nuovo e sarà il futuro. Sappiamo che l’ambiente va protetto e che l’uomo, con le conoscenze che ha, può fare meglio».
Nel tempo libero, Lucrezia è una “sportivona”. «Faccio nuoto,  n
da piccola a livello agonistico.
Scio, vado in barca a vela, le laser monoposto, una passione che mi ha trasmesso mio padre. Ma la mia passione da adulta è per il vino, anche se da piccola non ne sopportava nemmeno l’odore. Ho seguito il corso dell’Onav, Organizzazione nazionale assaggiatori vino. Credo che si debba apprezzare come da un semplice chicco d’uva nasca il vino, che crea così tanta condivisione e atmosfera».


































































































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