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- Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani -  MAGNO CIELO (Venezia, 1536-1602) - Compì studi giuridici, im-              «L’universo paziente» (1985), «Dalla collina» (1987). Dalla poesia è       - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani -

                                                                                                                  piegandosi successivamente nella diplomazia della Serenissima; era se-     passato al romanzo con «Il secondo giorno di primavera» (1984) e «L’isola

                                                                                                                  gretario del Senato e poi del Consiglio dei Dieci. Le sue «Rime», di       delle comete» (1990), che lo ha rivelato romanziere di notevoli doti per

                                                                                                                  gusto estremamente raffinato, si rifanno alle forme solenni del Casa, e    via della capacità rappresentativa storica unita a un piglio originale di

                                                                                                                  vennero pubblicate dal Giustinian in un unico volume con un altro poeta    scrittura. Nel 1993 pubblica «Un uomo senza immaginazione».

                                                                                                                  veneziano dell'epoca. I suoi versi sono un buon esempio della poesia di                                             MAGNO AIN ZARA
                                                                                                                                                                                                                                      (Alessandria d’Egitto,
                                                                                                                  quell’età di transizione dal Rinascimento al Barocco.                                                               1913-Napoli [?]) - Il suo
                                                                                                                                                                                                                                      cognome di signorina era
                                                                                                                  MAJELLARO NINO (Milano, 1916-2006) - Autore di versi speri-                                                         Volante, si sposò con lo
                                                                                                                                                                                                                                      scrittore Gino Magno e
                                                                                                                  mentali e di poesia visiva che ha raccolto nei volumi «La memoria artifi-                                           iniziò a firmare i suoi te-
                                                                                                                                                                                                                                      sti Ain Zara Magno. Di
                                                                                                                  ciale» (1974), «La figura Lo spazio» (1978), «Una metafora cieca» (1979),                                           origine italiana trascorse
                                                                                                                                                                                                                                      parte della sua giovinez-
                                                                                                                                                    MAGGI VINCENZO (Pom-                                                              za in Africa. Viaggiò mol-
                                                                                                                                                    piano 1498-Ferrara 1564) - In-                                                    to, animata da un deside-
                                                                                                                                                    segnò negli studi di Padova e             rio nostalgico di libertà e da un profondo senso di indi-
                                                                                                                                                    Ferrara. Il suo commento alla             pendenza. Le sue prime esperienze liriche, che risentono
                                                                                                                                                    Poetica d’Aristotele, scritto a           di una residuale soggezione ungarettiana da cui andrà
                                                                                                                                                    compimento di quello di Bar-              man mano liberandosi, risalgono al 1933, anno in cui
                                                                                                                                                    tolomeo Lombardi (in «Aristo-             pubblica i suoi primi libri di poesia, «La città nell’acqua»
                                                                                                                                                    telis librum De Poetica com-              e «Tempo d’estate». In essi svolge una vivida rievocazio-
                                                                                                                                                    munes explanationes», 1550),              ne visiva e sentimentale dell’Africa che esprime nei temi
                                                                                                                                                    è importante per l’interpreta-            prescelti (soprattutto l’amore e il paesaggio) un’intensa
                                                                                                                                                    zione in senso moralistico del-           sensualità panica e rivela una non comune capacità trasfi-
                                                                                                                                                    l’estetica aristotelica e, in par-        gurativa. Nella seconda metà degli anni Trenta si colloca
                                                                                                                   ticolare, del concetto di catarsi. Nel 1543 lasciò Padova                  anche il suo esordio come scrittrice con il romanzo «Tra-
                                                                                                                   per entrare al servizio del duca Ercole II d'Este come pre-                montana» (1936), segnalato al III Premio Cervia, a cui
                                                                                                                   cettore del figlio Alfonso. Nella città estense fu protago-                seguirono «Quelli di casa Frari» (1937) e «Passioni» (1938)
                                                                                                                   nista della vita culturale divenendo nel 1544 principe                     innovativi sul piano stilistico per una forte carica sen-
                                                                                                                   dell’«Accademia dei Filareti» con il merito di essere sta-                 suale che si scontrava con l’eleganza della prosa d’arte
                                                                                                                   to «il primo interprete della Poetica di Aristotele». Nel                  dominante in quegli anni. Dagli anni Cinquanta, stabili-
                                                                                                                   1545 dedica alla figlia di Ercole II e di Renata di Francia,               tasi definitivamente a Napoli, condusse una vita assai
                                                                                                                   Anna d'Este, l’orazione «Mulierum praeconium o De                          ritirata e appartata dedicandosi esclusivamente alla poe-
                                                                                                                   mulierum praestantia», tradotta poi in volgare (non dal                    sia, di cui «Betelgeuse» (1954) e «Parole d’amore» (1962)
                                                                                                                   Maggi) con il titolo «Un brieve trattato dell'eccellentia delle            costituiscono i frutti più maturi.
                                                                                                                   donne». L'edizione di questo scritto comprende anche
                                                                                                                   un’anonima «Essortatione a gli huomini perché non si
                                                                                                                   lascino superar dalle donne», attribuita a Ortensio Lando,
                                                                                                                   che si pone come corollario dell'orazione del Maggi.

                                                                                                                  MAGGI CARLO MARIA (Milano,             religioso dimostrati. Fu visto come una      termini di origine lombarda). Il Maggi
                                                                                                                                                         sorta di “perla” e di aiuto per il popolo    è ricordato soprattutto come comme-
                                                                                                                  1630-1699) - È considerato il padre    milanese, poiché la sua rettitudine          diografo: scrisse «Il manco male», «Il
                                                                                                                  della letteratura milanese moderna e   splendeva in quello che era un perio-        Barone di Birbanza», «I consigli di
                                                                                                                  come modello e simbolo di onestà, per  do oscuro e corrotto della società. Lau-     Meneghino», «Il falso filosofo», «Il
                                                                                                                  la correttezza morale e il sentimento  reatosi in legge a Bologna, ricoprì nu-      Concorso de’ Meneghini». I punti
                                                                                                                                                         merosi incarichi pubblici. Fu professo-      chiave del suo lavoro teatrale sono la
                                                                                                                                                         re di eloquenza latina e greca nelle         riconciliazione del teatro con la Chie-
                                                                                                                                                         Scuole Palatine e nel 1676 ne divenne        sa, la critica dell’etica protestante,
                                                                                                                                                         soprintendente, e insieme lo fu per          l’anticonformismo e l’idealismo pa-
                                                                                                                                                         l’Università di Pavia. Nel 1677 venne        triottico, e il successo avuto sarebbe
                                                                                                                                                         eletto dal Senato e dal Governo “per         stato un segno dell’approvazione di-
                                                                                                                                                         assistere alla tassa de’ medicinali”. No-    vina. Introdusse, tra l'altro, la popo-
                                                                                                                                                         nostante i molteplici impegni in ambi-       lare maschera di Meneghin, divenu-
                                                                                                                                                         to politico, la sua produzione lettera-      ta l’incarnazione del popolo milane-
                                                                                                                                                         ria fu cospicua. Scrisse più di millecin-    se. Furono pubblicate postume le sue
                                                                                                                                                         quecento opere tra le italiane e le dia-     «Rime» che consistono per lo più in
                                                                                                                                                         lettali. Tra quelle in italiano vi è un li-  poesie d’occasione, o epistole in ver-
                                                                                                                                                         bro di poesie d’affetto, da alcuni ap-       si, dirette alla figlia, per le celebrazio-
                                                                                                                                                         prezzato come ventata di novità, da          ni di matrimoni e battesimi, o che de-
                                                                                                                                                         altri disprezzato come trasgressivo          scrivono momenti di vita borghese.
                                                                                                                                                         (l’Accademia della Crusca bocciò i suoi

                                                                                                                                                                  - HOME PAGE -

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