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EDITORIALE
Forse non ci saremmo mai aspettati di poterci arrivare. L'Italia, in effetti, non ci è arrivata.
EGIORGIO SAPORI
invece noi di TRE3UNO3
ci ha aperto le porte di quell'abitazione che oggi è il gioiello di Santo Tomás, minuscolo centro costeño, ma che solo pochi anni fa era l'umile culla di un talento scartato dal Junior di Barranquilla. E ha parlato di suo figlio con orgoglio, cancellando le cattive memorie del Mondiale brasiliano, saltato, e proiettandosi sul futuro senza dimenticare la strada per arrivare fino a quello che Mu- riel è oggi.
Non dimenticheremo di dedicare i giu- sti spazi a tutti i protagonisti di quella che Ricky Martin ha definito "la Copa de la vida".
L'Italia, purtroppo, non ci sarà. Ma for- se, nonostante il dolore dell'assenza, un grande Mondiale contribuirà a lenirne il senso di vuoto provando a minimizzare gli effetti della sua mancanza.
Blas Pérez e Gavilán Gómez, stelle di Pa- nama alla prima qualificazione assoluta. E attraverso ricordi e speranze del Pipo González, difensore nell'ultima stagione al Bologna, obbligato, insieme ai compagni della Costa Rica, a stupire ancora tutti come nel 2014, quando i Ticos sfiorarono la semi- finale. Per questo ha scritto la lettera delle sue emozioni brasiliane e chiacchierato di sé, raccontando il suo percorso. Pura vida. In Europa c'è chi è effettivamente brasilia- no, e ha il cuore diviso a metà: come Thiago Cionek, difensore della Polonia ormai pie- namente integrato nel nostro Paese, con il Dna polacco e la passione verdeoro. Per questo il suo vero obiettivo è riuscire ad af- frontare Neymar e la "sua" Seleção.
In Colombia, invece, una famiglia che non vuole perdere le radici ci ha accolti nel- la sua casa: il papà di Luis Fernando Muriel
Sarà il Mondiale più bello di sempre. Per questo, Pa maggior ragione, è un peccato non esserci.
siamo in Russia. Lo sforzo di confezionare una grande guida al Mondiale, divisa nel- le ultime due uscite, è stata solo l'inizio: il viaggio verso la
Coppa del Mondo proseguirà con l'onore di poterla raccontare dalla Russia, inseguen- do il sogno di vincere il trofeo insieme alle nazionali che parteciperanno al torneo. Non sarà facile arrivare in finale, il vero successo sarà essere in grado di rispet- tare le attese di chi ha seguito questa avventura per un anno, partendo da un numero zero di grande risonanza e arri- vando fino al momento più atteso di ogni quadriennio, l'estate Mondiale.
In questo numero continueremo ad accompagnarvi nelle storie di chi vive un appuntamento con la leggenda, come
erché Russia 2018 accoglierà profondo rinnovamento; il Portogallo deve È una fortuna vivere questo Mondia- la maggior concentrazione di aggrapparsi a un campione straordinario le, perché dopo Russia 2018, forse, molte talento di tutti i tempi. Non c'è per ripetere vecchie imprese come quella delle stelle che accenderanno quest'esta- mai stata tanta qualità, non c'è del 1966 e risultati più recenti come l'ina- te non riusciranno a essere presenti anche mai stato tanto equilibrio in un spettato trionfo europeo del 2016; la Spa- nel 2022. Limiti d'età.
Mondiale. gna potrà esibire forse per l'ultima volta il Un'era dorata in cui molte volte ci si La veridicità di quest'affermazione è tiki-taka, il Brasile dovrà dimostrare che perde in futili discussioni su chi sia più for- testimoniata anche dai nomi degli assenti: la solidità trovata grazie a Tite è un'arma te di chi, senza rendersi conto che l'attuale
Buffon, Oblak, Bale, Aubameyang, Alexis Sánchez, Vidal, Džeko, Robben, Hamšik, Alaba... Solo a pensarci, viene il mal di testa. Eppure, nonostante tutto, le nazionali che giocheranno il Mondiale sono quelle con il maggior numero di campioni.
Ed è per questo che prevedere come possano andare le cose è complicatissimo: basti pensare alla lezione data dal Perù alla Croazia in una delle ultime amichevoli pre- cedenti l'inizio del torneo.
L'Argentina e l'Uruguay hanno l'ultima possibilità di coronare le loro generazio- ni più forti di sempre, l'una ancorata alle sue stelle, l'altra già entrata in una fase di
vincente che non cancella l'identità del fu- tebol bailado. E poi c'è la Germania, che in qualche modo arriva sempre in fondo, e la tradizione delle grandi europee Francia e Inghilterra, ricche di giovani campioni.
Pensare d'aver elencato, all'interno di questo gruppo di squadre, anche il nome di quella che alzerà la coppa, probabilmente è un azzardo. Perché il Mondiale sorprende sempre, perché Salah vuol fare grande l'E- gitto e Mané il Senegal, perché nella Polonia gioca Lewandowski, il Belgio è fortissimo, la Croazia ha una rosa che vale quella del 1998 e la Colombia vuole finalmente prendersi quello che non ha raggiunto in passato.
classe di calciatori sarà per molto tempo inarrivabile.
Messi e Cristiano Ronaldo vincono il Pallone d'Oro da dieci edizioni consecuti- ve: e alle loro spalle ci sono fuoriclasse che non lo conquisteranno mai solo per aver fatto parte degli anni più ricchi di qualità della storia di questo sport. La loro "ven- detta" può essere quella di prendersi la Coppa del Mondo lasciando i due mostri senza il trofeo, come hanno già fatto nel 2010 e nel 2014 Spagna e Germania.
Peccato sì, allora, che questa "vendet- ta" non possa essere azzurra, nel Mondiale più bello di sempre.
ROSARIO TRIOLo
MAGGIO-GIUGNO 2018 / TRE3UNO3
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