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 QUANDO RACCOGLIERLO
È una delle rare piante disponibili in inverno. Le giovani foglie, le radici a scopo erboristico ed i boccioli non ancora dischiusi si raccolgono tra gennaio e marzo, non oltre: dopo la fioritu- ra la pianta diventa acre e sviluppa tossine, poi sparisce. Ma dai tuberi spunterà di nuovo l’anno successivo.
130 COME SI RICONOSCE
Presenta un tappeto di foglie cuoriformi larghe fino a 10 cm che hanno una punta stondata e dei bordi leggermente mossi. Sono grassette e luci- de, di un verde erba acceso, spesso con carat- teristiche macchie di leopardo più chiare o più scure come quelle dei ciclamini. Le foglie sono sostenute da morbidi gambetti a poca distanza da terra e spuntano come quelle delle violette dalla rosetta basale. I fiori sono gialli e molto lucidi, ed hanno da sei a dodici petali a ellisse. La radice è formata da tubercoli e forma di fico, all’origine dell’epiteto ficaria.
PERCHÉ CI PIACE
È tra le rare piante disponibili già dal mese di gennaio, offre raccolti abbondanti, ha foglie morbide e carnose dal sapore delicato, tanto che si può inserire in qualsiasi tipo di insalata. È ricco di vitamina B e C: fu infatti utilizzato per combattere lo scorbuto. La sua tonalità legger-
mente acre e il suo gusto rinfrescante (grazie al contenuto in tannini e saponosidi), lo rendono adatto ad abbinamenti con cibi grassi e protei- ci. Inoltre vanta proprietà rubefacenti, astrin- genti ed emostatiche. Ad uso esterno è molto famosa per curare le emorroidi (idealmente si applica un cataplasma di tuberi pestati, ma an- che il decotto o il succo delle foglie sono effica- ci), ma sembra sia efficace anche per le ragadi del capezzolo, i foruncoli e le verruche.
COME SI CUCINA
Avvertenza
Durante e dopo la fioritura, sviluppa l’anemonina, che è leggermente tossica e in ogni caso vescicatoria e infiammatoria per le mucose intestinali. Quindi è importante raccoglierlo prima che vada a fiore e in luoghi ombrosi, scegliendo foglie tenere e di un verde più pallido, che saranno più dolci.
Il favagello ha il vantaggio di essere tenero e molto buono anche crudo, oltre che ricco di vi- tamine: consigliamo di abbinarlo alla bresaola, ai gamberi: saltate i gamberi con uno spicchio di aglio in camicia, poi sbucciateli e intingeteli nel loro sughetto. Infine serviteli su una foglia di favagello con un cucchiaio di robiola, una fettina sottile di limone e un pizzico di paprika, o in un sandwich con favagello e robiola! È una ricetta ispirata ai cucumber sandwiches inglesi. Si sposa bene anche con il brie o il caprino, o con il salmone, meglio se in un panino fatto col pane di segale. In insalata, vuole il limone piut- tosto che l’aceto (vedi ricetta dell’Insalata di favagello svedese, con l’aringa e lo yogurt o la panna acida). Se proprio volete cuocerlo, potete scottarlo e condirlo all’agro, oppure mescolar- lo con la ricotta per preparare una crema spal- mabile, o meglio ancora saltarlo, considerando che ha un sapore leggermente limonoso, con i gamberi, o ancora aggiungerlo agli involtini di carne rossa cotti nel burro. Questo suo sapore lo rende adatto come aggiunta anche nelle mi- nestre di verdure primaverili e nelle frittate.
 























































































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