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LA CILIEGIA
VIgNOLA: dOVE LE CILIEgIE SI “fANNO”
La capitale delle ciliegie è Vignola, nell'alta pianura modenese, per quantità produttiva, e anche per qualità. Qui si coltivano ciliegi che danno il 20% della produzione italiana, qui c'è una vocazione cera- sicola spiccata e di lunga data, anche grazie alla natura del terreno e al microclima particolare. La città è interessante anche dal punto di vista turistico, dominata com'è dalla poderosa Rocca medioevale.
Con le sue quattro torri merlate, è uno degli esempi più interessanti di architettura fortificata dell'Italia centrale. Nata come struttura difensiva, nei secoli delle signorie fu trasformata in sontuosa dimo- ra, ricca di decorazioni e di affreschi.
Ma forse l'ornamento più bello della città emiliana, sono i campi e i frutteti che la circondano. Sono oltre mille gli associati al Consorzio della Ciliegia (che è anche "della Susina e alla Frutta tipica" di Vi- gnola, a sottolineare la vocazione frutticola della zona) sparsi su 28 comuni delle province di Modena e Bologna . Gli alberi di ciliegio fioriti in primavera e poi carichi di frutti rossi sono il simbolo della specializzazione cerasicola, ormai notissima. Le varietà qui coltivate sono una decina, antiche come la squisita Moretta, che attualmen- te è un po' a rischio perché non raggiunge i calibri importanti di altre sorelle, ma è morbida, delicata e di una squisitezza unica.
Nel mese di giugno maturano i duroni, come il classico ‘Nero I°’ dalla polpa scurissima e intensa e la classica ‘Anella’ rosso fuoco e particolarmente consistente. Tra le varietà tardive, verso metà giu- gno, il durone 'Nero II°’ e il ‘Ciliegione’, ricchi di qualità nutritive.
La ’Cultivar Lapins’, di origine canadese, con polpa rosa mediamen- te consistente e succosa, offre una costante produttività: i frutti resistono bene allo spacco da pioggia e hanno un'ottima tenuta di maturazione. Tutte queste varietà si trovano al Mercato Contadino di Vignola, in Piazza Maestri Del Lavoro, Località Brodano, fino a metà luglio: la vendita è al dettaglio, i prezzi da ingrosso.
A Vignola s’è sviluppata una cultura cerasicola unica: dagli Usa al Canada vengono qui i produttori a imparare a “fare” le ciliegie. Il frutto richiede attenzione e cure
particolari.
Raccolta e confezione sono manuali e seguono regole precise nella disposizione in cassette e cesti,
per assicurare la perfetta conservabilità nel trasporto.
possono mangiare, senza preoc- cuparsi del galateo, staccandole dal gambo che spesso è unito ad un altro.
Inoltre la ciliegia offre un doppio piacere: prima quando la gusti e poi quando la schiacciarla spu- tandone i noccioli come si faceva da ragazzi in campagna, lontano dagli sguardi dei grandi...
NELL’ANTICHITÀ
Possiamo essere certi che già gli Egiziani ed i Greci provavano il medesimo gusto nel mangiare le ciliegie in questa maniera. Plinio ci tramanda notizia che le ciliegie furono portate da Lucullo quan- do egli ritornò dal Ponto (attuale Turchia) dopo aver vinto Mitri- date; ma tutti sappiamo che la ciliegia figurava già nella dieta dagli uomini delle palafitte gra- zie agli scavi eseguiti nei lacustri insediamenti svizzeri che hanno portato alla luce molti noccioli. Furono poi i Romani a diffonder- ne la coltivazione in tutto il loro Impero.
Da allora l’albero del ciliegio è molto frequente nei nostri giar- dini ed orti, dove a primavera presenta un incredibile ed ine- narrabile spettacolo, con il tripu- dio dei suoi spettacolari rami fitti di fiorellini rosa a mazzetti. Successivamente si carica di frut- ti, delizia nostra e ‘ahimè’ degli uccellini.
Esistono molte varietà di cilie- gia: le duracine e le teneri- ne a seconda della con- sistenza della polpa; le dolci e le acidule a seconda del loro sa-
pore.
L’amarena, la ma- rasca e la visciola, a
proposito della loro aci- dità, meritano senz’altro un discorso a sé.
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