Page 138 - terra_di_versilia
P. 138

Maria Alessandra Morescalchi




                  Maria Alessandra Morescalchi è nata a Viareggio nel 1950.
                  Fin dalla prima infanzia manifesta la sua naturale predisposizione per il disegno ed
                  il colore che la portano, da adolescente, a frequentare il liceo artistico di Carrara dove
                  ha come maestri Rinaldo Bigi e Guglielmo Carro. Il fermento culturale ed intellettuale
                  che si respirano nella Carrara del 1968 segnano la formazione giovanile dell’autrice e
                  ne caratterizzano i contenuti delle prime opere.
                  Per molti anni vive la pittura come  dimensione  personale e privata, dedicandosi
                  anche alla poesia e alla letteratura, e dal 2000 comincia ad esporre le proprie opere
                  in mostre collettive nazionali e partecipa ad alcuni concorsi artistici ottenendo buoni
                  riconoscimenti.


                  La pittura di Maria Alessandra Morescalchi nasce dall’osservazione della natura e dal
                  vissuto quotidiano, dagli affetti familiari, dai volti incontrati per strada. La vita che
                  scorre nell’alternanza delle stagioni, nei cambiamenti dei paesaggi, nei profili urbani e
                  nei soggetti umani, diviene il presupposto dell’indagine artistica che talvolta sembra
                  il veicolo di comprensione del mondo circostante. Si perchè l’impianto disegnativo
                  sintetico ed asciutto e la successiva stesura pittorica sembrano animati dalla volontà
                  di ricreare l’emozione interiore suscitata dallo sguardo, come a volere riprodurre
                  sulla tela l’impressione di un istante di vita vissuta. La base grafica fa da supporto ad
                  una sperimentazione cromatica sempre nuova, concepita ora in campiture di colore
                  denso e compatto, ora in trame acquerellate dai profili incerti, ora in segni marcati
                  che scandiscono i diversi piani prospettici. Sia nei paesaggi che nei cristallini volti
                  femminili emerge una caratterizzazione psicologica che alterna il dato realistico ad
                  una narrazione più libera, che ha origini nella dimensione del ricordo e della memoria,
                  stratificandosi in livelli di lettura differenti.


                  Claudia Baldi





                                                              138
   133   134   135   136   137   138   139   140   141   142   143