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Margherita Biondi




                  Colorista per talento  e vocazione, Margherita  Biondi ha al suo attivo  una carriera
                  pluriennale con innumerevoli Personali e partecipazione a Rassegne di rilievo  italiane
                  ed estere che evidenziano un universo stilistico dai pigmenti soavi e brillanti, ricco
                  e  fluente  per  immagini  evocate  e  magica  riesumazione  ambientale.  La  sua  ricerca
                  espressiva denota il profondo attaccamento alla terra Toscana, veicolato dal sentimento
                  di pacificazione indotta dall’amore per la natura nella pluralità ecosostenibile dei suoi
                  paesaggi.


                  La percezione visiva e multisensoriale si accosta con purezza disegnativa alla cultura
                  del  territorio antropizzato  e  naturale, raccontato  con  spirito  genuino in  armoniche
                  composizioni  dagli  echi  edenici,  per  flettersi  e  caricarsi  di  valori  atmosferici
                  nell’avvicendarsi delle stagioni, dispiegarsi su toni ora solari, ora crepuscolari e
                  notturni, secondo  ricercate ed oniriche ambientazioni .
                  L’ intento idillico  pervade la sua  feconda produzione pittorica, accostandosi al reale
                  per riviverlo nella dimensione  trasognata del culto della rimembranza e l’azione
                  terapeutica del primato dell’anima che trasfonde nell’epifania del dato fenomenico
                  fra terra e cielo, lasciandosi andare al fascino delle presenze creaturali, come il volo di
                  uccelli nell’atto di annidarsi nella maestosità delle chiome di un albero.
                  In ultima analisi la tessitura delle pennellate dense di pigmenti, ricche per cromie, tra
                  dinamismi e stesure, vibranti di riverberi luministici, incontra la stessa prerogativa
                  tecnico-esecutiva  che    contraddistingue  la    messa  in  opera    “  en  plein  air”  degli
                  Impressionisti,  per  l’opulenza  e  festosità  delle  tinte  tra  oggettività  sensibile    e
                  trasalimento spirituale del soggetto prescelto, avvicinando l’estro di Margherita
                  Biondi  a quel vitalismo dei timbri che emerge nell’affermazione di Henri Matisse nelle
                  sue ”Notes d’un peintre”: “Voglio raggiungere quello stato di condensazione delle
                  sensazioni che costituisce un dipinto”.

                  Maggio 2019,  Silvia Ranzi




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