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Lorenzo Cinquini
Lorenzo Cinquini traduce le sue voci in colori ed emozioni,cogliendo gli angoli più
riposti nel loro silenzioso abbandono oppure colorando di cielo le acque scure del
lago. Vedere la poesia insita in questi luoghi e saperla comunicare non è cosa da tutti:
è difficile non restare affascinati dalla magica atmosfera che sprigiona l’ambiente
del Massaciuccoli, ma altra cosa è riuscire a comunicarla ad altri e Cinquini riesce
pienamente in questo intento.
Le sue opere trasmettono, come la musica di Puccini, la sensazione di un tempo
sospeso tra il ricordo e la realtà: sia che si tratti delle montagne violette nel tramonto,
o dell’affollarsi dei capanni sulla sponda del lago o delle sottili ragnatele delle reti tese
ad asciugare o ancora nelle isole di falasco flottanti sulle acque tranquille. Solo nel
ricordo potrebbe rappresentare le distese di ninfee che ricoprivano di un roseo tappeto
i canali interni del lago perché l’azione dell’uomo ha cancellato questo suggestivo fiore
del fango. Qualche solitario airone cinerino immobile e statuario fra le canne palustri e
piccole flottiglie di anatre e germani in attesa del cibo elargito dai passanti raccontano
degli anni lontani in cui il Maestro volle vivere sulle sponde del lago attratto dalla ricca
sevaggina.
Ma Cinquini ama queste acque ed è riuscito a coniugare nelle sue tele dai dolci
cromatismi passato e presente, poesia e musica, realtà e ricordo: le opere raccontano
la personalità dell’artista e la sensazione di pace, di silenzio consapevole, di tempo
sospeso ci parla di un uomo riservato,ma sensibile e attento, silenzioso come il lago
delle sue tele ma profondo e ricco di suggestioni.
Marilena Cheli Tomei
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