Page 6 - FANTASTIC COSMOS SHOW CATALOGUE
P. 6

Io  parlo  ai  muri,  si  intitola  così  il  testo      anche - per opposto - verso l’abisso, il
       nato  dal  ciclo  di  conferenze  che  Lacan             sotterraneo.  Uno  spazio  fisico  che  e’
       tenne tra il 1971 e il 1972 per gli specializ-           «contraddizione concreta» , presuppo-
                                                                                                  2
       zandi dell’Ospedale Saint-Anne. Lo stesso                nendo la «concentrazione di tutto cio’
       ospedale in cui, molti anni prima, proprio               che c’è nel mondo, nella natura, nel co-
       un giovane Lacan aveva iniziato a lavora-                smo».
       re.                                                      La  contraddizione,  l’accumulo  sono
                                                                alla  base  anche  del  lavoro  di  Stefano
       L’occasione       potrebbe       essere      quella      Non che propone qui un generatore di
       dell’auto-celebrazione,  del  bilancio  di               energia, una presa di corrente che non
       carriera.  Al  contrario,  Lacan  rinuncia               prende ma dà, il tutto ai termini di ac-
       a  teorizzazioni  rafforzative  e  si  sposta            cettazione  del  costo;  o  come  suggeri-
       invece  a  combattere  il  grande  nemico                sce  il  video  che  visualizziamo  avvici-
       dell’epoca: la fascinazione per il non sa-               nando il cellulare alle prese “Watch out
       pere.  Per  farlo,  svolge  la  sostanziale  di-         where  power  really  comes”.  Il  potere
       stanza tra sapere e verità. Lo fa ribaden-               della  Black  Church  e’  assoluto,  come
       do ancora una volta che l’inconscio è per                il  culto  della  Dea  Atalanta  raccontato
       noi un sapere-insaputo, dotato di un suo                 nel podcast che accompagna la mostra
       linguaggio, distante dalla verita’. Il sinto-            e  che  recita:  “Prendere  o  lasciare,  noi
       mo è fondamentale: è mettendo in parola                  abbiamo preso e a volte le prendiamo”.
       il sintomo che stabiliamo i confini del va-              Un  racconto,  quello  del  podcast,  che
       lore di verità del nostro discorso, cioè di              descrive una giornata di violenza, fuori
       quanta  porzione  del  nostro  discorso  sia             dagli  stereotipi  associati  al  luogo-sta-
       vera  e  quanta  falsa.  Il  sintomo  non  è  la         dio, un percorso in cui l’eterotropia si
       verità, ma è uno strumento.                              palesa nello scontro fisico, in cui anche
                                                                la retorica della ribellione utopica vie-
       Moltissimo si è scritto in questi mesi su                ne spazzata via, «la ribellione è l’unica
       come  la  pandemia  abbia  evidenziato  i                dignità dello schiavo» canta, tra le di-
       sintomi  di  un  sistema  che  mostrava  già             gressioni del podcast, Lord Bean in Qua-
       da  tempo  le  sue  falle,  acuendo  le  dise-           le ordine.
       guaglianze sociali, evidenziando il costo
       della  privatizzazione  progressiva  e  sel-
       vaggia.  I  grandi  centri  urbani  europei,
       abbandonati dai turisti, hanno mostrato
       i  limiti  di  una  politica  culturale  ridotta
       alla “vetrina” per sguardi rapidi e veloci,
       associando  pericolosamente  produzio-                   1 Henry Lefebvre, La rivoluzione urbana,
       ne e consumo culturale. Un processo già                  Pag. 45, Roma, Armando, 1973
       denunciato da Lefebvre che definendo le                  2 Henry Lefebvre, Op. Cit., Pag. 47
       possibilità dell’urbano arrivava a definire
       le tre categorie di: isotopia, un ambien-
       te urbano e il suo costituirsi come stesso
       luogo  riconoscibile;  l’eterotopia,  il  con-
       trasto marcato tra piu’ abitanti dei luo-
       ghi,  mediante  una  continuita’  spaziale
       data da suture; l’utopia, uno spazio non
       più legato ad alcun «immaginato astrat-
       to» , ma reale, legato ad una verticalita’
           1
       che  spinge  verso  il  divino,  il  cosmo,  ma
       1      Lefebvre, La rivoluzione urbana, p. 45            2      Lefebvre, La rivoluzione urbana, p.47






        01           i        b
   1   2   3   4   5   6   7   8   9   10   11