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 Lampascione
Muscari comosum - syn. Leopoldia comosa - Asparagaceae
Cipollaccio col fiocco, Cipolla salvatica, Cipolla canina, Cipolla turchina, Cibudda de colours, Siola matta, Cipolla di serpe, Sioula d’ bisse,
Cevoddine, Cipuddazza calabrisa, Z’ vulaza, Agghiu servaggiu, Ai de lov, Ai d’l serp, Ajo de bissi, Ajol, Porri, Porrettaccio, Purratt, Porassa, Puarr salvadi, Giacinto dal pennachhio, Giazint salvadegh, Jacinto delle vigne, Jacintu campagnolu, Lampaioni, Lampagione, Vampagiolo, Vampasciuolo, Muscari chiomato, Musco salvatico, Pan d’ l cuch, Coucoù, Cua de grillu, Orrubina, Bellommu, Borace, Poutace, Birriteddi, Beciciura, Zazzeruto
CHI È
Una vera specialità conosciuta soprattutto nella cucina pu- gliese ed apprezzata sott’olio. Il lampascione ci conquista con la sua tonalità amarognola e la sua alta resa. I bulbi ro- sei, carnosi e consistenti – fino a 4 cm di diametro - sono delle vere e proprie “patate dei poveri” che hanno sfamato intere generazioni nel Sud Italia, ricchi come sono di car- boidrati, ma anche di minerali rari quale il fosforo, il rame e il ferro... Gli antichi Egizi, Greci e Romani se ne cibavano già.
148 Secondo alcuni corrisponde al “bulbus romano” citato da Pli-
nio e ritenuto afrodisiaco da Dioscoride, da Ovidio e da Marziale,
ma anche dagli spagnoli, che lo chiamano hierba de los amores. Ai margini dei boschi, questo fiore viola e turgido appare decisamente esotico, curioso: nessuno a prima vista penserebbe che fosse una pianta alimentare, e ancor meno che fosse la parte emersa del piace- volissimo e vernacolare “cipollaccio”. Ricorda più il brucaliffo di Alice nel paese delle meraviglie che non un personaggio del mondo vegetale. Il nome scientifico Muscari comosum deriverebbe dal sanscrito mushka, testicolo, e kòme, chioma per la forma dei bulbi e dell’infiorescenza. Una volta identificato il fiore in primavera, dovremo attendere che il bulbo si ingrossi verso la fine dell’estate, per raccoglierlo: va ricercato a ben 30cm di profondità sotto alla pianta. Nel 1998, è stato riconosciuto parte del patrimonio agroalimentare tradizionale della Lucania.
DOVE SI TROVA
È più frequente trovarlo ai bordi dei boschi o lungo le siepi, nelle vigne, ma cresce anche ai bordi delle strade, in aree coltivate o incolte, sia in pieno sole che a mezz’ombra. Poiché il bulbo marcirebbe con l’umidità, ama i terreni ben drenati e ariosi, senza ristagni come le scarpate, e
con un buon humus fresco di foglie di bosco.
 






















































































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