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Papavero
Papaver roheas - Papaveraceae
Papavero erratico, Pabauli arrubiu, Papavo, Papagna, Papagal, Papanella, Paparina, Pappalle, Papata, Puavere, Povar, Rosa lera, Rosella, Roson d’gren, Rosolaccio, Rosoline, Rusalena, Donne, Gentildone, Beledon, Basa done, Sciù donne, Pita done, Paradun, Madone, Madoi, Madonine, Popolana, Popole, Pompola, Pol, Mapol, Piole, Bambagella, Bamboccia, Belle bimbe, Grisuledda, Garusola, Marusola, Cerchioni, Serchione, Bubboline, Schiattarola, Scatela, Scicatola, Scitole, Confalone, Cunfou, Preve, Fantineti, Galle, Pastricciani, Podestà, Fugh e fiama, Sisia, Squacquera, Surcule, Surera, Ptisna
CHI È
Il nome Papaver deriverebbe dal sanscrito “succo perni- cioso”, in riferimento al lattice ottenuto dai suoi frutti, che non è altro che oppio. Ma in questo caso parliamo di P. somniferum. Mentre P. roheas, il nostro bel rosolaccio dei campi di grano, secondo Plinio prende il nome dal
greco rheo, ovvero “passare rapidamente”. Fiore effime- ro e al contempo scenografico, con il suo rosso sangui- gno simboleggia l’orgoglio e il potere. Nella prosa popolare per estensione simboleggia i notabili ed i potenti. Secondo una leggenda romana, Tar- quinio il Superbo si recò in un campo di papaveri, di cui fece volare le teste falciandoli con un bastone in un solo gesto, per spiegare a suo figlio che doveva togliere di mezzo i cittadini più eminenti che avessero potuto ostacolarlo nella conquista della città di Gabî. E anche la più nota canzone di Nilla Pizzi (Sanremo 1952) è un’allegoria dei rapporti tra le classi popolari ed i potenti: “Poi venne la falce che il grano tagliò / E un colpo di vento i papaveri in alto portò / Così Papaverino se n’è andato/ Lasciando Paperina impaperata”... Il nostro splendido papavero effimero, che ritrovia- mo spesso nei motivi decorativi in stile liberty, non contiene oppio. In compenso ha boccioli, fiori, semi e foglie ottimi da consumare: le sue foglie, abbondantissime e molto meno note dei fiori, sono dolci, morbide e di grande interesse alimentare, an-
