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CAPITOLO XXXVI: OLOCAUSTO UMANO ED ANIMALE
"SI SONO CONVINTI CHE L’UOMO, IL PEGGIOR TRASGRESSORE DI TUTTE LE SPECIE, SIA IL
VERTICE DELLA CREAZIONE: TUTTI GLI ALTRI ESSERI VIVENTI SONO STATI CREATI
UNICAMENTE PER PROCURARGLI CIBO E PELLAME, PER ESSERE TORTURATI E STERMINATI.
ED ECCO ALLORA CHE QUANDO SONO I REDUCI DELLO STERMINIO NAZISTA A PORTARE
ALL'ATTENZIONE DEL MONDO L'ANALOGIA OSCENA DELL’OLOCAUSTO ANCHE DI ALTRE
SPECIE ANIMALI, QUESTA LOGICA ASSUME DEI TONI DAVVERO INQUIETANTI, QUANDO CON
LE GIORNALIERE INFORMAZIONI RELATIVE A GUERRE E RIVOLTE CONSTATIAMO IL
RIPROPORSI DI TALI ABERRAZIONI MALIGNE RAGIONANDOVI PENSIAMO: “STA SUCCEDENDO
DI NUOVO” ….., SOLO CHE QUESTA VOLTA NON SIAMO SOLO NOI I PERSEGUitati, bensì
tutte le Creature viventi su questo povero pianeta .il campanello d'allarme è
spaventoso e suona per tutti.
Credo che per comprendere appieno l'intenzione delle logiche che hanno portato alla
luce questo parallelismo, occorra tenere bene a mente la tematica della memoria.
Dopo l'Olocausto quello della memoria è diventato un mantra: non dobbiamo
dimenticare, per nessun motivo dobbiamo dimenticare quello che l'uomo è stato
capace di fare, altrimenti saremo perduti……..
Ecco quindi uno dei "motori" dell'analogia oscena: si era detto di non dimenticare
mai il male che siamo in grado di fare. Siamo sicuri di non aver dimenticato od è un
vile programma che continua a torturare ogni forma vivente?
Ma chi è che si sta macchiando di simili crimini oggigiorno? Tutta la potenza di
questo accostamento, tutta la sua violenza, su chi ricade? Basta leggere le parole di
Singer: nei confronti degli animali tutti sono come nazisti…...
Non è una singola nazione a perpetrare il delitto, ma tutte quelle che hanno raggiunto
un certo grado di sviluppo.
A questo si potrebbe obiettare che oggi, tuttavia, nessuno fa parte di un partito
politico totalitario, che noi non siamo agenti delle SS di un ipotetico Partito
Estremista per lo Sterminio Animale, che non partecipiamo in prima persona ai delitti.
E in effetti avrebbe ragione.
Ma se è in atto un'opera colossale di sterminio e di dolore, nondimeno noi ne siamo
coinvolti.
Forse allora siamo come coloro che avevano, non lontano da casa, un campo di
concentramento. Siamo come tutti quegli uomini che mentre il Reich perpetrava i più
orrendi massacri, facevano finta di non sapere.” Che volevano non sapere”.
Un autore italiano scampato al campo di Auschwitz, Primo Levi, nell'opera I
sommersi e i salvati, un breve ma intenso lavoro saggistico sui lager e sulla sua
esperienza personale ad Auschwitz, parla anche di questo: di chi in un certo modo era
corresponsabile, di chi voleva non vedere quello che succedeva vicino alla sua
abitazione.
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