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più  dell’80% delle foreste della Terra è  già andato  distrutto, con un’impennata a
               partire dall’inizio del XX secolo, mentre deforestazione selvaggia e incendi
               minacciano costantemente il restante 20%.
               Tra le cause principali della progressiva scomparsa delle risorse boschive del pianeta
               c’è  il  commercio  illegale  di  legname.  Larga  parte  del  commercio  di  legname  ha
               origini illecite: un giro di affari che frutta ogni anno tra i 30 e i 100 miliardi di dollari
               e che viene gestito dalla criminalità organizzata, responsabile della deforestazione in
               aree quali il bacino del Rio delle Amazzoni, l’Africa centrale e il Sud-Est Asiatico per
               una percentuale che si colloca tra il 50% e il 90%.

               È difficile fare stime più precise: il commercio illegale di legname si svolge in modo
               sempre più organizzato e sofisticato, tanto da insinuarsi tra le pieghe di quello legale,
               tra permessi falsificati, attività di  hackeraggio di  database  o di siti ufficiali e
               corruzione di funzionari. Insomma, chi lo svolge ha  ormai affinato tecniche  e
               strumenti, anche  perché i profitti sono  molto alti e le possibilità di venire  scoperti
               bassissime.

               Deforestazione e commercio illegale del legame significano  anche un crescendo di
               minacce e  violenze ai danni  delle popolazioni indigene che da sempre abitano le
               foreste e che spesso vengono costrette con la forza ad abbandonare le proprie case, il
               proprio mondo e il proprio stile di vita. Un escalation inumana, oltre  che
               preoccupante.

               Nonostante i mille  e mille appelli internazionali, nonostante leggi, regolamenti
               internazionali, nonostante gli occhi del mondo puntati addosso, la deforestazione
               della foresta amazzonica non è solo un problema attuale e persistente, ma è anche un
               problema  che diventa via via  più importante,  anche in  base  agli  ultimi dati, che
               parlano ad esempio di un incremento del 290% dei km quadrati rasi al suolo nella
               foresta amazzonica (ben 402) nel mese di settembre 2014, rapportandolo con lo stesso
               mese del 2013, dopo che per sette anni consecutivi – fino al 2012 – la pratica della
               deforestazione sembrava regredire.





























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