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Avevo trovato un vecchio giornale che riportava la no-
        tizia, invero strana, di un contadino, Gerardo Di
        Somma, che nientedimeno possedeva un quadro del
        Botticelli raffigurante una Madonna col Bambino.
        L’immagine accanto riproduce quella pagina che
        tanto mi aveva incuriosito, con la foto della figlia di
        Di Somma,  bambina a quell’epoca, davanti al qua-
        dro. Il quadro era giunto in suo possesso, attraverso
        una storia risalente addirittura ai Medici ramo di Ot-
        taviano, fino a quando lui per salvarlo dal degrado
        ed evitare possibili furti lo prelevò dalla piccola cap-
        pella attigua alla sua abitazione, in cui era giunta in
        tempi remoti chissà per quali tortuosi meandri, e se
        lo tenne in casa sotto al letto, in attesa di poterlo far
        restaurare.
        La prima volta  che mi presentai a Sant’Antonio
        Abate a casa di Gerardo Di Somma gli chiesi corte-
        semente se potevo fare un servizio fotografico al suo
        famoso quadro di Botticelli, lui negò di possedere al-
        cunché e alle mie insistenze si innervosì moltissimo
        cacciandomi via in malo modo, e quando io tentai di
        tornare alla carica inizò a lanciarmi pietre, gridando
        insulti e parolacce.
        La volta successiva, qualche settimana dopo, mi recai
        al municipio di Gragnano, cittadina vicina, alla ri-
        cerca di qualcuno che potesse farmi da apripista. Tro-
        vai un consigliere comunale, un certo Patriarca, che
        mi ascoltò con attenzione e poi mi confessò che
        anche lui era curiosissimo di vedere quel quadro ma
        non ne aveva mai avuto l’occasione, per cui decise di
        accompagnarmi. Andammo insieme e Gerardo Di
        Somma, evidentemente debitore di qualche piacere,
        non potette esimersi dall’accettare suo malgrado di
        mostrarci il quadro, però con il divieto assoluto di fo-
        tografarlo con lui vicino. In nessun modo voleva es-
        sere associato al Botticelli, per paura di furti o altro,
        disse. Dovetti fare le acrobazie con il grandangolo per
        inquadrare insieme i due “soggetti” senza farmi no-
        tare troppo.














                                                                                      La moglie di Gerardo Di Somma davanti al suo negozio


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