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Ricordo che da bambino mia nonna, qualche volta
        di pomeriggio, mi portava al Salone Margherita.
        Siamo negli anni ‘50, a quell’epoca, oltre alla proie-
        zione del film, c’era lo spettacolo di varietà essen-
        zialmente comico ma molto garbato, alternato da
        numeri canori con artisti più o meno famosi. Gli inizi
        degli anni ‘60 furono caratterizzati da un involgari-
        mento degli spettacoli di varietà che esibivano balle-
        rine in costumi succinti e testi ricchi di doppi sensi.
        Poi fu il periodo della “sceneggiata”, canzone elabo-
        rata in azione scenica più che cantata, interpretata
        da cantanti e attori napoletani famosi (indimentica-
        bile l’interpretazione di Mario Merola della canzone
        sceneggiata “Zappatore”).
        Gli anni ‘70 furono caratterizzati da un progressivo
        declino dovuto anche alla disaffezione del pubblico,
        i cui gusti erano cambiati, che disertò il Salone smi-
        standosi tra cinema a luci rosse e teatri dialettali.
        Lo spettacolo fotografato aveva i suoi punti di forza
        negli attori Rosalia e Beniamino della famosa famiglia
        Maggio che ha dato tante personalità artistiche al ci-
        nema e al teatro italiani come Pupella e Dante Mag-
        gio; c’erano poi Gloriana e Pino Mauro cantanti, un
        nutrito gruppo di “spalle” e un corpo di ballo le cui
        componenti non sempre potevano esibire fattezze
        adeguate ad uno standard estetico ideale.





























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