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Parlare di Napoli senza includere nel discorso San
Gennaro è come fare la pizza margherita senza po-
modoro e senza mozzarella. Impossibile.
San Gennaro, Patrono della Città, ogni anno concede
la grazia del miracoloso scioglimento del suo sangue,
contenuto in piccole ampolle, due volte, a maggio e
a settembre e l’avvenimento, rapido o a lungo implo-
rato con preghiere insulti e minacce, è sempre stato
ritenuto di buon auspicio per la città. Se non si veri-
fica il popolo lo prende come un cattivo presagio, ma
i casi del mancato scioglimento sono molto rari, per
fortuna. Come scriveva Giuseppe Marotta, “San Gen-
naro non dice mai no”, e il popolo tutto, nobili e ple-
bei, credenti, agnostici, atei, e anche scettici,
ricambia questa benevolenza con sincero affetto, o
almeno con simpatia e condiscendenza, tributando
ai suoi simulacri manifestazioni di giubilo e ricono-
scenza. Ma nessuno è indifferente.
Queste immagini sono state riprese nel corso dei pre-
parativi e della consueta processione che si svolge
lungo le strade del centro antico di Napoli a miracolo
avvenuto. La statua del Santo, accompagnato dalla
teca del suo sangue disciolto e insieme alle statue ar-
gentee degli altri compatroni della città, preceduta
dal cardinale, viene portata a spalla tra ali di folla
plaudente, devota, fedele, appassionata ma anche
curiosa, che si domanderà sempre se è poi tutto vero.