Page 5 - vol.7.FOTORACCONTI.2_Neat
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Cos’è un fotoracconto.
                                                                        Alla fine degli anni Sessanta diventò molto frequente l’uso
                                                                        di privilegiare sequenze fotografiche su un determinato ar-
                                                                        gomento invece di limitarsi allo scatto unico. Il racconto fo-
                                                                        tografico divenne perfino una sezione a sé nei vari concorsi
                                                                        fotografici, amatoriali e professionali.
                                                                        Il fotoracconto è l’incontro, se così si può dire, tra la street-
                                                                        photo e il fotoreportage, della prima ha l’occasionalità e la
                                                                        non programmazione, del secondo la volontà di narrare,
                                                                        con una sequenza di immagini, più o meno lunga, un avve-
                                                                        nimento estemporaneo colto, in questo caso, fortuitamente
                                                                        e, rispetto al fotoreportage, non ha alcuna intenzionalità e
                                                                        fine commerciale di pubblicazione.


                                                                        Altre storie
                                                                        I fotoracconti contenuti in questo volume sono di natura
                                                                        molto varia, realizzati tra il 1968 e il 1971. In massima parte
                                                                        sono ambientati a Roma, tranne tre; come tutti gli altri na-
                                                                        scono dalla casualità e si sono sviluppati man mano che li
                                                                        eseguivo; quando li ho riguardati ho trovato il senso che li
                                                                        unificava, che è poi alla base della mia attività e dei miei in-
                                                                        teressi fotografici: la ricerca dell’essere umano con le sue
                                                                        emozioni e la sua relazione con l’ambiente in cui è immerso,
                                                                        del quale sarebbe il custode, divenendone, invece, più
                                                                        spesso, carnefice.

                                                                        Per scelta ho sempre scattato le foto a mano libera, non mi
                                                                        sono mai servito del cavalletto che avrebbe impedito l’im-
                                                                        mediatezza della ripresa e non ho mai utilizzato, se non in
                                                                        casi rarissimi, fonti di luce supplementare oltre a quella esi-
                                                                        stente nel momento della ripresa, affidando all’Ilford HP4 o
                                                                        alla Kodak Tri X-Pan tirate a 800/1600 o anche più (gli ad-
                                                                        detti ai lavori comprenderanno) e ad 1/30 di secondo la
                                                                        possibilità di cogliere immagini, persone, situazioni ed emo-
                                                                        zioni anche in condizioni di luce precaria, ben consapevole
                                                                        che queste modalità avrebbero influito sulla qualità tecnica
                                                                        delle foto, facendo aumentare la grana e correndo il rischio
                                                                        di scatti mossi, non perfettamente a fuoco o con poca pro-
                                                                        fondità di campo.
                                                                        Ma a me interessava avere l’immagine, cogliere e fermare,
                                                                        in quel luogo ed in quel momento, quell’insostituibile istante
                                                                        di vita che condividevo con il mio soggetto. Per me era quella
                                                                        l’essenza della fotografia.














                                                                                                                                   3
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