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Cos’è un fotoracconto.
Alla fine degli anni Sessanta diventò molto frequente l’uso
di privilegiare sequenze fotografiche su un determinato ar-
gomento invece di limitarsi allo scatto unico. Il racconto fo-
tografico divenne perfino una sezione a sé nei vari concorsi
fotografici, amatoriali e professionali.
Il fotoracconto è l’incontro, se così si può dire, tra la street-
photo e il fotoreportage, della prima ha l’occasionalità e la
non programmazione, del secondo la volontà di narrare,
con una sequenza di immagini, più o meno lunga, un avve-
nimento estemporaneo colto, in questo caso, fortuitamente
e, rispetto al fotoreportage, non ha alcuna intenzionalità e
fine commerciale di pubblicazione.
Altre storie
I fotoracconti contenuti in questo volume sono di natura
molto varia, realizzati tra il 1968 e il 1971. In massima parte
sono ambientati a Roma, tranne tre; come tutti gli altri na-
scono dalla casualità e si sono sviluppati man mano che li
eseguivo; quando li ho riguardati ho trovato il senso che li
unificava, che è poi alla base della mia attività e dei miei in-
teressi fotografici: la ricerca dell’essere umano con le sue
emozioni e la sua relazione con l’ambiente in cui è immerso,
del quale sarebbe il custode, divenendone, invece, più
spesso, carnefice.
Per scelta ho sempre scattato le foto a mano libera, non mi
sono mai servito del cavalletto che avrebbe impedito l’im-
mediatezza della ripresa e non ho mai utilizzato, se non in
casi rarissimi, fonti di luce supplementare oltre a quella esi-
stente nel momento della ripresa, affidando all’Ilford HP4 o
alla Kodak Tri X-Pan tirate a 800/1600 o anche più (gli ad-
detti ai lavori comprenderanno) e ad 1/30 di secondo la
possibilità di cogliere immagini, persone, situazioni ed emo-
zioni anche in condizioni di luce precaria, ben consapevole
che queste modalità avrebbero influito sulla qualità tecnica
delle foto, facendo aumentare la grana e correndo il rischio
di scatti mossi, non perfettamente a fuoco o con poca pro-
fondità di campo.
Ma a me interessava avere l’immagine, cogliere e fermare,
in quel luogo ed in quel momento, quell’insostituibile istante
di vita che condividevo con il mio soggetto. Per me era quella
l’essenza della fotografia.
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