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Il Borghetto Latino sorgeva, fino alla fine degli anni
        ‘80, a Roma, nel quartiere Appio-Latino; era abitato
        da disoccupati, precari, senza tetto, insomma una
        folla di gente che non aveva niente se non quelle
        quattro lamiere e pochi infidi mattoni. In quest’am-
        biente povero ma non socialmente degradato dove
        vigeva una solida solidarietà, operavano delle giovani
        suore, povere tra i poveri, umili e modeste, che si de-
        dicavano all’assistenza dei più bisognosi, e lì la scelta
        era vasta, e dei piccoli ai quali facevano da asilo e pic-
        cola scuola. Condividevano, in una baracca, spazi e
        vita con gli abitanti delle misere baracche.
        L’atmosfera del Borghetto non poteva dirsi certo se-
        rena, tristezza e precarietà aleggiavano su tutto e la
        speranza era difficile da intravedere; eppure in quei
        giorni che lo frequentai non udii mai una nota fuori
        luogo, mai uno strillo, solo le grida allegre dei bam-
        bini che nonostante tutto giocavano su quel campo
        di battaglia senza guerra.




































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