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In una chiesa del quartiere Nomentano, a Roma, la
        chiesa dei Martiri Canadesi, un, allora, giovane prete,
        padre Amadei, ebbe l’idea di coinvolgere i giovani
        della parrocchia nel rinnovamento liturgico della
        Messa. Senza stravolgimenti e senza sensazionalismi
        arricchì la funzione religiosa di canti, di cui erano au-
        tori ed esecutori i giovani stessi, accompagnati da
        una semplice chitarra. Sempre i giovani partecipa-
        vano poi alle letture sacre e collaboravano con l’offi-
        ciante nella funzione. Tutto si svolgeva con grande
        rigore sobrietà e serietà, piccola e unica concessione
        alla spettacolarità era la recita del Padre Nostro in
        cui tutti i fedeli presenti si tenevano per mano for-
        mando una catena emotiva di grande forza.
        Iniziata in sordina, la messa dei giovani cominciò ad
        attirare sempre più gente e non solo giovani, ma in
        molti di tutte le età si aggregarono attratti dall’inten-
        sità emozionale della funzione religiosa, forse assente
        altrove. Alcuni, è vero, partecipavano solo per sen-
        tirsi, almeno per un momento, parte di una comu-
        nità stringendo mani solidali, altri, anche non
        credenti, per semplice curiosità o per fare cono-
        scenze, ma quale che fosse il fine di ognuno resta il
        fatto che il fenomeno di quell’aggregazione umana
        segnò quel luogo e quel momento e certamente
        quelle persone.





























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