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L’inglese Arabella Dorman è una pluripremiata artista di guerra, da sempre sensibile alla tematica del conflitto e della crisi umanitaria dei rifugiati e dei rischi legati al fenomeno migratorio. Grazie ad una serie di viaggi fra le isole greche e i fronti iracheno e afghano, ha realizzato una nuova e provocatoria opera all’interno della St. James’s Church
di Londra, Light Suspended. L’installazione, dai toni forti, non è altro che una nuvola di vestiti, settecento oggetti recuperati dall’isola greca di Lesbo, in origine appartenuti a migranti approdati sulle spiagge greche. Arabella Dorman, vincitrice del Global Mosaic Award, pone al centro della sua opera il tema dei profughi che fuggono dalla guerra, dalla persecuzione, dalla povertà con la speranza di salvezza in Europa. Appositamente concepita durante il periodo delle festività natalizie, come una provocazione alla perdita dei veri valori, l’installazione punta a tenere accesi i riflettori internazionali sulla grave crisi umanitaria che coinvolge l’area del Mediterraneo, evidenziando la precaria situazione che ormai da troppo tempo investe donne, uomini e bambini sospesi tra la perdita e la speranza, in bilico tra un passato ormai lontano e
un futuro difficile da immaginare, bloccati nelle città e nei centri di smistamento di mezza Europa. Ogni singolo indumento ha una storia e trasmette un messaggio; un bavaglino rosso brillante con la scritta “Il mio primo Natale”, un paio di jeans rovesciati, calzini dai colori vivaci, una lunga sciarpa blu, intendono infatti sottolineare un importante significato: ciascun capo è stato indossato da una persona costretta
a fuggire dalla terra d’origine rischiando la propria vita. Sospesi nell’edificio di culto, questi vestiti divengono un avviso per tutti coloro che ne varcheranno la soglia in occasione del Natale, offrendosi come un invito alla riflessione e all’azione, sottolineando l’assurdità di ogni genocidio, risvegliando la compassione in chi li osserva, incoraggiando e stimolando a considerare la gravità della situazione.
L’opera vuole essere un appello alle autorità britanniche, affinché
esse prendano chiari impegni sul destino dei rifugiati, esortandole
a riconoscere quest’ultimi parte integrante del popolo e rispettando
la loro dignità di esseri umani. Arabella Dorman sfida il governo ad onorare la promessa di offrire un passaggio e un accesso sicuro in Regno Unito per 480 minori che vivono nei campi profughi in Grecia. Ad oggi, una persona su 113 nel mondo è costretta a sfollare e il traffico di esseri
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