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  Pittore, fotografo, documentarista, regista, architetto, urbanista, designer, blogger, scrittore, editore, dissidente politico, attivista in lotta per i diritti umani, Ai Weiwei nasce nel 1957 a Pechino da una famiglia di intellettuali. Passa i primi anni della sua vita in un campo di rieducazione militare nel nord-ovest della Cina, poi vive per anni nel deserto del Gobi. A 24 anni e con 30 dollari in tasca, si trasferisce negli Stati Uniti. La sua formazione è data dalla frequentazione di musei e gallerie ed è influenzata da Marcel Duchamp, Andy Warhol e Jasper Johns. Per mantenersi svolge vari lavori. La sua casa-studio diventa punto di incontro per gli artisti cinesi, per lo più quelli in fuga dal regime.
Nel 2011 viene arrestato all’aeroporto di Pechino per la sua attività di opposizione al governo. Viene detenuto illegalmente per 81 giorni in un luogo segreto, sorvegliato costantemente. Quando viene rilasciato è accusato di evasione fiscale, gli viene ritirato il passaporto, impedito di lasciare Pechino per un anno, proibito di pubblicare articoli su Internet e di parlare con la stampa, mentre le sue opere sono allontanate dai musei e il suo nome cancellato dai motori di ricerca e dal social cinese più popolare. L’artista viene segregato nella sua casa con una ventina di telecamere e degli agenti di polizia a sorvegliarlo. Nel 2015 è libero di tornare in Germania dalla compagna e dal figlio.
Ai Weiwei è un libero pensatore che vuole dare all’arte un importante ruolo sociale e politico. L’uso dei media è uno dei maggiori distintivi
di Ai Weiwei. Durante i suoi arresti domiciliari ha trovato nei social
la possibilità di esprimersi. In lui arte e politica sono legati. Artista dissidente, in contrasto col governo cinese, è noto per il suo impegno sociale per la libertà di espressione e per i diritti umani. Attualmente è sotto i riflettori dei media mondiali per la sua protesta politica a favore dei rifugiati. È stato definito un moderno “uomo del Rinascimento”: un uomo che, attraversando generi artistici diversi (architettura, cinema, fotografia, poesia, scultura e pittura), può trasformare un gommone nel grido lacerante dell’umanità.
La mostra dal titolo Ai Weiwei: Law of the Journey (“Legge del viaggio”) è un’istallazione imponente, la più grande realizzata da lui, composta da 258 figure umane gonfiabili stipate su un enorme gommone lungo
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