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70 metri. Si tratta di un’opera attuale, perché denuncia il dramma dei popoli migranti, mettendo al centro la loro sofferenza, e stimola una riflessione su una questione che riguarda tutta l’umanità. Come una moderna Arca di Noè, il capolavoro è un invito ad agire e condanna l’ignoranza e la cecità della politica e della civiltà. È una palese denuncia alle condizioni in cui i profughi sono costretti ad affrontare i viaggi, ammassati l’uno sull’altro, diventando parte di un tutto e perdendo completamente la loro identità. Il gommone e le figure sono fatte di gomma nera e sono state fabbricate in uno stabilimento cinese che
ha realizzato anche le navi precarie usate da migliaia di rifugiati per attraversare il Mar Mediterraneo.
Ai Weiwei, che nell’ultimo anno ha passato più di 40 giorni nei campi di accoglienza, ha voluto rappresentare i rifugiati senza volto, come se ognuno di loro fosse uno di noi. Tra di loro moltissimi sono adolescenti tra i 14 e i 17 anni che hanno intrapreso il viaggio da soli e che si sono trovati in condizioni di violenza e nelle mani di trafficanti di esseri umani. Tanti altri sono bambini e neonati che hanno perso i loro genitori durante la traversata.
Essendo lui stesso un rifugiato, Ai Weiwei ha focalizzato il suo lavoro sull’invocazione ai diritti umani dei rifugiati e sulla documentazione della loro tragica condizione. L’esposizione Law of the Journey è un’importante e profonda riflessione sulla condizione umana, un’espressione di empatia e di preoccupazione da parte dell’artista verso la distruzione e la carneficina continue. Come l’arca di Noè il gommone monumentale è una contemporanea nave dell’emigrazione forzata, navigante senza speranza nell’immenso abisso oceanico della grande hall della Galleria. Ai Weiwei mostra l’attuale tragedia umana e l’eterno desiderio umano di casa e di senso di appartenenza. Parlando della situazione, l’artista afferma che non si tratta di una crisi di rifugiati bensì di una crisi dell’umanità: “In questo tempo di certezza abbiamo bisogno di più tolleranza, compassione e fiducia verso gli altri dal momento
che siamo tutti una cosa sola, altrimenti l’umanità affronterà una crisi persino più grande”.
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