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schierata con Annibale, contro i Romani, durante la Seconda Guerra
            Punica. Si trasformò in Vergianum, Rubiniamin, Terre Rugiani, Rugliano e
            infine in Rogiano, vale a dire “terra dei Rugi”.

            Per avere la denominazione attuale bisogna risalire
            fino al 12  marzo 1864, quando l’allora sindaco
            Federico  Balsano fratello  di Ferdinando, prete,
            scrittore, filosofo e deputato al Parlamento Italiano
            quando era capitale Firenze,  volle onorare la
            memoria dell’illustre concittadino Gian Vincenzo
            Gravina,  famoso giurista e letterato, tra i
            fondatori dell’Arcadia, nella ricorrenza del
            secondo      centenario    della    nascita,
            aggiungendo il cognome Gravina al nome
            Rogiano, con una sola “G”.
                                                           Busto di Federico Balsano
            Quando e perché Roggiano prese l’altra “G”
            nessuno riesce a saperlo con precisione, nessuno sa chi sia il responsabile,
            persona  o  Ente,  di  questa  trasformazione  e  nessuno  sa  se  sia  ufficiale
            perché,  tuttora, in alcune comunicazioni si  continua a usare l’antica
            denominazione, di sicuro uso sino agli anni Cinquanta.

            Il paese situato nell’entroterra cosentino, sorge su un’altura che domina la
            piana del fiume Esaro. La sua posizione strategica tra il mare e la montagna
            lo rende un luogo ricco di paesaggi mozzafiato e natura incontaminata. La
            storia di Roggiano Gravina affonda le sue radici nell’antichità, con tracce di
            insediamenti risalenti all’epoca romana. Nel corso dei secoli, il paese ha
            vissuto  periodi  di  splendore  e  di  declino,  subendo  l’influenza  di  diverse
            dominazioni, dei Goti, dei Longobardi, dei Saraceni, dei Normanni, degli
            Angioini, degli Aragonesi. Fu feudo di Pietro Paolo da Viterbo, di Bernardino
            da Bisignano, degli Ametrano, dei Cavalcanti e dei Sanseverino conti della
            Saponara.

            Sino agli inizi del Seicento, Roggiano aveva una cinta muraria costruita tra
            il 1280 e il 1310 dagli Angioini che si appoggiava a due torri ellissoidali.
            Lungo le mura vi erano quattro porte d’accesso al centro abitato. La porta

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