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SILVIO EBOLI
Silvio Eboli nasce a Carsoli da una famiglia artigiana del ferro dal
1864. Nel laboratorio paterno eredita gli studi tecnici intraprende un
percorso di formazione nel mondo del restauro presso la prestigiosa
scuola milanese della Permanente. Nella capitale della creatività
italiana resterà per 10 anni praticando il mestiere di restauratore,
doratore e laccatore, unitamente alla sua passione per la scultura e il
design di complementi d’arredo.
Eboli inizia il suo percorso creativo mettendo i piedi (senza scarpe)
nel paesaggio dell’abbandono e dell’anacronistico: scarti, rifiuti,
imperfezioni, sono i materiali di partenza di una ricerca votata a resti-
tuire dignità e voce a quanto la società del consumo lascia alle sue
spalle.
Il percorso artistico non ha nulla di accademico e istituzionale, siamo
di fronte a un prodotto romantico e viscerale che non si lascia influen-
zare dalla corrente o dalle mode. Siamo piuttosto davanti a un narra-
tore empatico di un mondo fatto di ruggini, patine, graffi, segni del
tempo e dell’usura che hanno fascinato l’artista dall’infanzia, passata
nel caos creativo di un’officina dove la polvere e le scintille di un
taglio metallico producevano involontariamente segni indelebili
forieri di storie.
Il mondo artistico di Eboli sembra narrare un mondo “post-atomico”,
dove a parlare sono lamiere deformate, legni sfibrati, concrezioni
casuali che popolano le superfici ruvide come frutti di un mare che ci
restituisce il surplus. I suoi collage materici non sembrano prodotti da
un progetto umano, ma dalla stessa Natura che cerca di comunicarci
il suo malcontento, perché in questo caso l’artista ha messo da parte
ogni smania narcisistica per diventare antenna sensibile di un pianeta
stanco e saturo.