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Caro Don Mario,
è con gran piacere che riempio questo spazio cercando così di lasciare,
anch’io, un mio personale pensiero di aff etto nei tuoi riguardi.
Lo voglio fare ringraziandoti innanzitutto per la tua calorosa accoglienza
che, come l’abbraccio di una persona amica, mi ha subito fatto sentire
“voluto bene”.
La bontà d’animo che ti contraddistingue, è tale da mettere a proprio agio
anche le persone un pochino più chiuse...
Io e te non abbiamo avuto tanti incontri, ma quelli avuti, devo dire che mi
hanno sempre lasciato una positiva considerazione nel vedere le cose da
un altro punto di vista e, dopo aver ascoltato qualche tuo trascorso di vita,
non sono meravigliato che tu sia diventato la bellissima persona che sei.
E tra l’altro con il valore aggiunto del sacerdozio...!!!
Ma diciamocelo, non poteva essere altrimenti! In un bambino, in cui la
già sincera e grandissima Fede lo invitava ad arrivare in cima a un monte
soltanto per essere più vicino a Lui, beh è segno di precoce integrità mo-
rale.
Dove la maggior parte degli uomini butterebbe lo sguardo in basso a con-
templare il paesaggio, i tuoi occhi (occhi di bambino) puntavano dritto
lassù, dove solo gli occhi del cuore sono capaci di scorgere un panorama
infi nitamente più bello!
D’altronde, e permettimi di poter questa volta io citare a te, in Matteo 18
leggiamo:
3 «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bam-
bini, non entrerete nel regno dei cieli. 4 Perciò chiunque diventerà piccolo
come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.»
Bè, più chiaro di così!!! La tua grandezza, Mario, è che sei riuscito a man-
tenere quello spirito di bambino vivo e vegeto dentro te! Ancora oggi vi-
sibile nei tuoi modi...
Spontaneità, sincerità, sensibilità, sana intraprendenza, curiosità e tutta
la gioia in quello che fai, rende la tua persona vero strumento nelle mani
di Dio.