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Caro Don Mario,

Quando ci siamo incontrati la prima volta in quel prato di Nava del Lu-
glio 1996 (perché mia mamma aveva lasciato un biglietto all’Oasi Mariana
chiedendo informazioni del Movimento La Baracca) non avrei mai pensato
che, di li a due mesi, saresti diventato anche il mio Parroco.

Ricordo tanta gente in quella piazza quel 10 Novembre del 1996 quando io,
giovane studente al primo anno di liceo, non avevo idea di quanto quel tuo
“venire ad Imperia” avrebbe signifi cato anche per il mio cammino all’inter-
no della Baracca e per la mia direzione di vita.

In quell’occasione ci avevi chiesto di non fermare la tua mano quando ci
avrebbe indicato la giusta rotta da seguire perché in quel momento non sa-
rebbe stata più la tua mano ma quella di Dio…ebbene…ora ho 36 anni ed
una moglie che ho incontrato grazie al fatto di essere rimasto parte attiva del
Movimento e quindi della Parrocchia. Parte attiva grazie ai tuoi consigli (su
tutti il ricordo di uno degli esami universitari più diffi cili del mio percorso),
parte attiva grazie alle attività in cui mi hai sempre coinvolto con tutti gli av-
venimenti che si sono susseguiti (il gruppo Ministranti e le cene del Giovedì
Santo, il servizio ai pranzi di San Giovanni, la processione e Sant’Omobono,
le didascalie della Veglia Pasquale, il Battistero eccessivamente riempito du-
rante la Veglia, le fotocopie dei documenti la mattina delle Palme…), parte
attiva per Grazia di Dio che tu hai sempre chiesto simbolicamente venisse
riversata su di me nella notte di Pasqua.
Paolo