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L'arte di Vivere
I MACCHIAIOLI. STORIA DI UNA RIVOLUZIONE D’ARTE, Lecco, Palazzo delle Paure, 4 ottobre 2019 – 19 gennaio 2020
“Red Cars” e “Ai bordi dell’identità”
al MAC di Lissone
Diverse, ma parimenti suggestive le due esposizioni autunnali del MAC di Lissone, diretto da Alberto Zanchetta. La prima presenta duecento tavole di David Cronenberg, regista e sceneggiatore di fama internazionale che con la mostra “Red Cars”, curata da Domenico De Gaetano, trasporta i visitatori nel 1961 quando si svolse un Gran Premio che non può essere dimenticato. Durante una gara che aveva come protagonisti Phil Hill e Wolfgang von Trips, due piloti Ferrari pronti a sfidarsi per conquistare il titolo mondiale, si verificò un tragico incidente in cui persero la vita von Trips e quattordici spettatori colpiti da parti della vettura schiantata sulle protezioni. A fine stagione il cele- bre modello, la Ferrari 156 F1, venne smantellato pezzo per pezzo. Cronenberg, con il suo stile noir,
I Macchiaioli al Palazzo delle Paure a Lecco
Rivoluzionari non solo per i soggetti, ma per la
tecnica innovativa di cui fecero uso, i Macchiaoli,
dal 1848 al 1880, tra serate al Caffè Michelangelo
di Firenze e solitudini bucoliche nella Maremma
toscana, cambiarono in pochi anni il modo di
percepire l’immagine e di dipingere, raggiungendo straordinari effetti di resa atmosferica at- traverso una controllata stesura a macchie di colori intrisi di luce e di ombra. A questi artisti che privilegiarono il rapporto con il “vero”, con la storia contemporanea, con quel Risorgimento che si consumava a pochi metri da loro, è dedicata la rassegna autunnale di Palazzo delle Paure. Curata da Simona Bartolena, la mostra presenterà oltre sessanta opere di autori quali Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Giuseppe Abbati, Silvestro Lega, Vincenzo Cabianca, Raffaello Sernesi, Odoardo Borrani. Forme, colori, “macchie” caratterizzano i dipinti esposti che immorta- larono il paziente lavoro dei campi, la fatica della vita quotidiana, la delusione nello sguardo di chi vide tradite le promesse di giustizia e libertà. Il percorso prende avvio dalle opere di Serafino de Tivoli e di Filippo Palizzi, precursori della rivoluzione macchiaiola, che si confronteranno con un lavoro giovanile di Silvestro Lega, dallo stile ancora purista, per giungere alle espressioni più mature della Macchia con Signorini, Cabianca, Sernesi, Borrani, Banti, che si allontanano definitivamen- te dalla tradizionale pittura di paesaggio italiana, ma anche dalla lezione della scuola francese di Barbizon, particolarmente incline a indugiare in tendenze formalmente raffinate e legate al ro- manticismo, per scegliere un approccio più asciutto e severo, cogliendo impressioni immediate dal vero. Non mancheranno i dipinti a soggetto risorgimentale, con i soldati del caposcuola Giovanni Fattori, né tantomeno quelli firmati dai protagonisti del gruppo dopo gli anni Sessanta, quando la ricerca macchiaiola perde l’asprezza delle prime prove e acquisisce uno stile più disteso, aperto alla più pacata tendenza naturalista che andava diffondendosi in Europa.


































































































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