Page 13 - Sfoglia Il prato è in tavola
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DOVE SI TROVA
In collina o in aree montane, lungo i fossi, nei prati incolti e freschi, ai margini delle stradelle e delle siepi anche su terreni aridi o sassosi.
QUANDO RACCOGLIERLA
Si raccolgono le sue tenere cimette fogliari da gennaio ad aprile, poiché quando fiorisce di- ventano troppo fibrose. Per uso erboristico, da maggio a settembre si possono raccogliere i fio- ri tagliando il fusto 15-20 cm sopra il terreno, in un orario in cui c’è il sole poiché così avranno più olii essenziali e potere terapeutico.
COME SI RICONOSCE
Presenta delle foglioline simili a quelle della felce in miniatura (sono distribuite a spina di pesce) ma tanto frastagliate e sottili e piccole e tenere da ricordare la finocchiella. L’intera pianta è ricoperta di una quasi impercettibile peluria/lanugine. Da maggio a settembre si erge un gambo fino alto 30cm, con un’ombrella di piccoli fiorellini bianchi o leggermente rosa- ti formati da 4 o 5 petali frastagliati in cima e plissettati e qualche pistillo giallo al centro, poi via via i petali cadranno e i bottoni dei fiori si ingrosseranno a formare delle palline bianche cavernose e spugnose, che rimarranno sulle ombrelle per gran parte dell’estate.
PERCHÉ CI PIACE
Le achillee sono piantine tenere dal profumo leggermente canforato e dal gusto gradevole, aromatico e tonico. Il loro portamento le rende molto decorative, come la finocchiella o l’aneto fanno un’ottima figura sul pesce, nelle insalate o sulle creme spalmabili. Hanno virtù medici- nali che superano per intensità il loro interes- se gastronomico, rendendole particolarmen- te adatte alla preparazione di liquori digestivi (tipico ingrediente dei liquori certosini fin dal medio evo). L’elenco delle virtù dell’achillea è di una lunghezza sconcertante. Iniziamo con le
sue più famose doti vulnerarie. Le foglie pesta- te o l’oleolito, in applicazione locale, fermano le emorragie, disinfettano rimarginano e cica- trizzano piaghe e ferite, foruncoli e punture e arrestano il sangue dal naso. Maria Treben la prescrive come coadiuvante nella cura dei tu- mori ai polmoni in quanto combatte le emor- ragie polmonari. La farmacopea popolare con- siglia di cuocere le foglie nel burro o nel lardo invece, per trattare storte, lussazioni, contu- sioni e geloni. Ottima poi la pomata di fiori di achillea per le ragadi e le emorroidi (giova an- che al sistema venoso e sfiamma). Ma anche per via interna la pianta è assai preziosa. Tonifica l’appetito e il sistema digestivo, attiva la sali- vazione e combatte l’alitosi, seda gli spasmi e riduce le fermentazioni intestinali prevenendo la flatulenza, depura il fegato contrastandone i disturbi e combatte la diarrea. Inoltre depu- ra dalle tossine e stimola l’attività regolare dei reni, aiutando a prevenire l’incontinenza e la formazione di calcoli. In associazione con l’Ar-
 
























































































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