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temisia arborescens, sia per via interna che in impacchi, vanta effetti sedativi, antinevralgici e antidolorifici in particolare in caso di mal di pancia: dolori gastrici, infiammazioni gastro intestinali, coliti, coliche renali o vescicali e do- lori al fegato. Ha proprietà in questo senso simili a quelle della camomilla, doti decongestionanti e antinfiammatorie utili anche in caso di tosse, artriti, reumatismi, nefriti, mal di denti, mal di schiena e mal di testa. Sarebbe efficace nella cura di diverse affezioni dell’apparato ripro- duttivo femminile: stimola il mestruo e ne at- tenua spasmi e sintomi dolorosi; in menopausa oltre a ravvivare le funzionalità ormonali, con sue qualità leggermente sedative calma ansia e irrequietezza; lasciandola macerare in acqua per una notte e portando poi ad ebollizione l’in- fuso, possiamo preparare una soluzione con la quale bagnare le parti intime (questo tipo di uso esterno si chiama ‘semicupo’): aiuterebbe a ri- durre il prolasso dell’utero, le infiammazioni alle ovaie e le perdite bianche, a far riassorbire miomi e fibromi. Se assunta in tisane assieme a
vischio e biancospino, contribuisce a combatte- re l’ipertensione e si rivela un discreto cardio- tonico. Inoltre, migliora la circolazione: grazie alla vitamina P (bioflavonoidi) rafforza le pareti dei vasi sanguigni combattendo la fragilità ca- pillare, la couperose e le vene varicose, depura il sangue e ne migliora il pH. Se non bastasse, si dice che aiuti a contrastare gli effetti dell’al- lergia da fieno, che rafforzi il midollo osseo, che sia un buon vermifugo infantile, e viene usata in tricologia contro la caduta dei capelli.
COME SI CUCINA
Avvertenza
Evitarne l’uso se si usano farmaci anticoagulanti poiché ne contrasterebbe l’effetto.
Le sue foglie hanno un sapore aromatico e rin- frescante e si prestano dunque a sostituire il prezzemolo o la finocchiella: stanno molto bene con le uova sode (vedi ricetta), si possono tritare in aggiunta alle insalate o alle minestre primaverili, nelle frittate, e per condire le zuc- chine o il pesce, e per preparare crostini. Sono tenere e il loro sapore è delicato quindi è scon- sigliabile abbinarlo a sapori troppo forti. In Val d’Aosta si usano per aromatizzare il lardo. Vi si può anche preparare un sale aromatico. Con 50g di fiori raccolti al sole e 400 ml di alcool, si può preparare un liquore al quale, dopo 15 gior- ni di macerazione aggiungeremo uno sciroppo preparato con 400ml di acqua e 200g di zuc- chero. L’infuso si prepara con il 10% di pianta in acqua, ma è molto interessante anche macerata nel vino.
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