Page 20 - Sfoglia Il prato è in tavola
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  DOVE SI TROVA
Nelle campagne in pianura, non troppo lonta- no dalle coste. Ama l’umidità, cresce vicino alle siepi, sui bordi delle strade di campagna, vicino ai ruderi con ghiaia e sassi.
QUANDO RACCOGLIERLA
Le foglie si raccolgono in febbraio, marzo o aprile prima della fioritura, e i fiori tra aprile e maggio.
COME SI RICONOSCE
È una pianta che dapprima si presenta con delle giovani foglie dal picciolo di circa 5-10 cm disposte a rosa, particolarmente ispide e pelose, coperte di sottilissime spine/peli; non c’è niente da temere perché sono del tutto innocue. Sono di forma ovale con la punta non troppo acuta, convesse e bollose, rugose, di un bel verde un pò salviato. Ogni venatura è una ruga, e sono tutte marcate come sul viso di una novanten- ne. Le foglie via via si vanno sovrapponendo per creare una rosetta basale ricca e carnosa. Quelle di sotto arrivano anche a 20 cm. Lungo la costa sul lato inferiore della foglia i peli ispidi sono ancora più lunghi, ma la fibra della foglia è tenera e si stacca facilmente. Inizia infine a svilupparsi il fusto centrale, peloso e talvolta rossastro, che facilmente si ramifica ed è a sua volta ornato di foglie ma più piccoline. Produ- ce dei fiori a grappolo penduli i cui piccioli e boccioli sono color porpora e anch’essi pelosi, leggeri ed eleganti. Hanno 5 petali triangolari di un azzurro intenso un pò violaceo disposti a stella e dei pistilli scuri che spuntano dal centro. Colpiscono molto, ed attraggono le api in cerca di nettare. La pianta può arrivare ad un’altezza di 40 cm.
PERCHÉ CI PIACE
Il gusto della borragine somiglia a quello degli
spinaci ma senza la tonalità ferrosa, in quanto
ha anche la freschezza del cetriolo e la delica-
tezza della salvia. Si tratta di una pianta che offre
raccolti generosi, e si presta ad un uso sostan-
zioso in cucina. È ricca di calcio, potassio, grassi polinsaturi importanti per la rigenerazione
cellulare e per combattere l’invecchiamento,
vitamina C, tannini e mucillagini. Possiede
poteri emollienti e rinfrescanti in caso di in- fiammazione del tratto gastro intestinale o del
fegato, e leggermente lassativi, specialmen-
te se usata assieme alla malva. Sempre grazie
alle mucillagini e ad altri composti, è utile per
gli stati influenzali: allevia le infiammazioni bronchiali, tossi secche e raffreddori (special-
mente in associazione con il lamio e la violetta)
e ha doti sudorifere, che aiutano ad abbassare
la febbre, secondo alcuni è anche espettoran-
te. In applicazione esterna, rinfresca e calma
il cavo orale in caso di ascessi o afte e la pelle 57 in caso di irritazioni, infiammazioni oculari, scottature, eczemi, eritemi, psoriasi, pruri-
ti o foruncoli. È diuretica e depurativa, utile per combattere mal di reni, nefriti, calcoli ma anche reumatismi e artriti, sulle quali agisce come decongestionante, e forse in parte come antalgico poiché negli usi popolari si è rivelata utile contro il mal di testa, la sciatica, i dolo- ri del parto e il mal di denti. Aiuta a depurare il sangue e le arterie. Infine l’olio ricavato dai suoi semi contiene estrogeni vegetali che re- golano i livelli ormonali e aumentano la lat- tazione, in applicazione locale aiuta a decon- gestionare il seno in caso di mastite. Negli usi popolari ha fama di “erba della contentezza”, da usare in caso di esaurimento o di depressio- ne post-partum.
 








































































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