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372 ivan cucco, alessandro de iudicibus, sara moccia
interne, sia in termini di aperture all’esterno. Pertanto né gli indicatori relativi alla densità di relazioni stabilite nelle reti distrettuali, né le analisi diadiche delle collaborazioni stabilite fra coppie di partners, sono da sole sufficienti a valutare l’effettiva rispondenza delle reti agli obiettivi della politica.
9. SECONDO Caso DI STUDIO: Le Industrie Culturali e Creative (ICC)
Ci concentriamo adesso sul settore delle Industrie Culturali e Creative (ICC), che, nel corso degli ultimi anni, hanno avuto una crescente importanza, sia in termini economici sia di risorse umane e innovazione. Ciò ha fatto sorgere la necessità di definire univocamente il settore.
L’identificazione del perimetro concernente le Indu- strie Culturali e Creative è un passaggio fondamentale per la misurazione economica e sociale del settore. Le difficol- tà insite in tale attività sono prevalentemente ascrivibili alla continua evoluzione dei confini delle imprese cultu- rali. Negli ultimi anni, infatti, i settori culturali tradizio- nali (quali ad esempio la musica, il teatro, il patrimonio culturale, etc.) sono stati affiancati da nuovi settori quali il design, l’architettura, la grafica, la moda, il turismo e la pubblicità.
Il nostro perimetro delle attività economiche del Siste- ma Produttivo della Cultura, funzionale all’analisi econo- mica e delle reti sociali delle Industrie Culturali e Creative, parte dall’identificazione delle attività circoscritte dal Rap- porto Symbola, del 2016, proseguendo con l’implemen- tazione dei segmenti in seguito a un’analisi delle banche dati. Secondo lo studio Symbola, le Industrie Culturali e Creative (ICC) si classificano in cinque macro aree: in- dustrie culturali, industrie creative, arti performative e arti visive, patrimonio storico-artistico e attività creative driven. Nella nostra analisi sono stati aggiunti quei setto-