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  Ù©varak®@...a
SÅÆKHYAKÅRIKÅ
(LE STROFE DEL SÅÆKHYA) con il commento di Gauƒapåda Traduzione di Corrado Pensa
Nel primo volume de La filosofia indiana S. Radhakrishnan scrive che il termine dar©ana «si adatta a tutte le concezioni che la mente dell’uomo può avere riguardo alla realtà e, siccome la realtà è una, le diverse visioni che cercano di rivelarla debbono concordare tra loro; esse non possono avere niente di fortuito o contingente, ma devono rispecchiare le differenti prospettive conseguite in riferimento all’unica realtà».
Il Såækhya, uno dei più antichi dar©ana il cui codificatore è stato il saggio Kapila, si interessa della sfera della manifestazione universale e spiega l’universo fenomenico con l’interazione di due princìpi: puru@a (anima) e prak®ti (natura). Il Såækhya non si limita alla conoscenza della struttura dell’univer- so nella sua totalità, ma propone anche la liberazione del puru@a dall’apparente identificazione, causata dalla non-discriminazione (aviveka), con i prodotti di prak®ti. È da sottolineare che il Såækhya parla di apparente identificazione in quanto:«...nessun’anima è legata o liberata né trasmigra. Non è altro che la natura, con i suoi molteplici stadi, ad esser legata o liberata o a trasmigrare» (kårikå 62).
Il Såækhyakårikå di Ù©varak®@...a costituisce il più antico testo della scuola in nostro possesso (IV-V secolo d.C.); esse sono considerate un compendio di un trattato precedente e più esteso: lo #a@titantra di cui si fa menzione nella kårikå 70.
La notorietà e l’autorità delle Såækhyakårikå sono attestate dai suoi numerosi commenti tra i quali il più antico è quello ascritto a Gauƒapåda e che viene presentato in questa edizione.
INDICE: Prefazione – Nota storico-bibliografica – Introduzione – Såækhyakårikå.
(ISBN 88-85405-83-7 Pagine 160 € 15,00)
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