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Dal BLOG: miti di motivazione intrinseca ed estrinseca
Sono stato uno dei critici principali della psicologia sociale della motivazione intrinseca ed estrinseca. Ecco perché.
Cosa succede quando a una persona viene offerto un incentivo per fare qualcosa che avrebbe fatto comunque anche senza incentivi? Nel 1975 Edward Deci, Mark Lepper e i loro colleghi suggerirono che le ricompense indeboliscono la motivazione intrinseca. Al contrario, Len Sushinsky ed io sostenevamo che gli effetti dei premi dipendono dal modo in cui li si usa. Se dai un premio ad un individuo solo per il tempo che dedica a portare avanti un‘attività, egli si sentirà annoiato dall‘attività stessa. Se ricompensi una persona per l‘ap- prendimento di una nuova abilità, tuttavia, è probabile che essa mostri maggiore interesse nell‘attività. Abbiamo anche messo in luce il significato degli effetti simbolici della ricompensa.
Quando essa simboleggia il successo, per esempio, l‘interesse intrinseco dovrebbe aumentare. Siamo stati particolarmente critici nei confronti degli esperimenti di psicologia sociale che utilizzavano test con un singolo premio, perché i premi multipli possono essere fonte di distrazione.
Questo è stato 35 anni fa. Nel frattempo sono stati condotti numerosi studi sulla motivazione intrinseca ed estrinseca. Per dimostrare che i premi minano l‘interesse intrinseco, i ricercatori dovevano dimostrare ognuno dei seguenti elementi: costruire la validità; misurazioni affidabili; controlli sperimentali e risultati sperimentali favorevoli. Vediamo cosa è successo.
Credo che la motivazione intrinseca-estrinseca non sia una distinzione valida. Direi piuttosto che la motiva- zione intrinseca-estrinseca è una versione moderna del dualismo mente-corpo, tale che i motivi intrinseci (ad esempio, curiosità, autodeterminazione) sono quelli della mente, mentre i motivi estrinseci (ad esempio, la fame, il sesso) sono quelli del corpo.
In ogni caso, non penso che i motivi possano essere divisi in due soli tipi. Al contrario, penso che ci siano 16 motivi intrinseci (o „bisogni“) e nessun motivo estrinseco.
Mi interrogo sull‘affidabilità delle misure comportamentali dell‘interesse intrinseco. Le attività che un bam- bino sceglie all‘interno di una scuola materna possono variare di giorno in giorno senza un motivo particolare. In ogni caso, non ricordo uno studio che dimostri l‘affidabilità test-retest della misura comportamentale della motivazione intrinseca. Credo che le misure dell‘interesse auto-dichiarato siano affidabili; quindi, se dovessi rivedere la letteratura, mi concentrerei solo sugli studi con misure basate su resoconti soggettivi.
Inoltre, penso che certe interpretazioni della misura comportamentale abbiano portato alla circolarità e alla profezia autoavverante. Supponiamo di offrire a un bambino un premio per fare un buon disegno; egli disegna e ottiene il premio. Ora osserviamolo per vedere se continua a disegnare da solo. Se disegna poco dopo aver guadagnato il premio, gli studiosi, che sostengono la teoria dell‘indebolimento della motivazione, lo interpretano come una prova di diminuzione della motivazione intrinseca. Affermano che il bambino avrebbe potuto non essere alla ricerca di un incentivo e che quindi fosse intrinsecamente interessato. Tuttavia, se il bambino disegna spesso dopo aver guadagnato il premio, gli stessi studiosi non lo interpretano come prova di una maggiore motivazione intrinseca. Affermano che il bambino fosse alla ricerca di una ricompensa e che quindi fosse estrinsecamente motivato. Meno disegni supportano la teoria dell‘indebolimento, ma un maggior numero di disegni non contraddice la stessa teoria. Questo pensiero „testa vinco io, croce perdi tu“ è circolare; ha distorto il processo di pubblicazione identificando erroneamente gli studi discordanti come non validi. Molti studi, che non hanno supportato la teoria dell‘indebolimento, non sono mai stati pubblicati a causa di questa logica errata, applicata nel processo di revisione degli studi indipendenti.
Gli studi sull‘indebolimento della motivazione intrinseca non hanno controllato i noti effetti negativi della ricompensa. Soprattutto quando i premi sono nuovi (quasi tutti gli studi a favore dell‘indebolimento hanno sperimentato solo una ricompensa) possono distrarre, suscitare ansia da prestazione o persino causare dubbi sul fatto che lo sperimentatore effettivamente darà la ricompensa come promesso.
Anche dopo aver messo da parte i problemi di cui sopra, i meta-revisori, sperando di dimostrare la teoria dell‘indebolimento, avevano ancora bisogno di escludere alcuni studi sfavorevoli. La mentalità di „inclu- diamo nella meta-revisione questo studio, ma non quello“ è arrivata a quelli che considero gli estremi.
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