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Behavioral Optometry BOAF Volume1 Number1 2012
Viste - Robin Benoit
La storia di Jillian
(Originale English - Traduzione Danilo Lazzeri)
Come il Vision training cambia la vita di una piccola bambina
Tutto cominciò con la lettera P. Avvenne che un giorno speciale all’asilo quando l’attenzione fu po- sta sulla lettera P. Decisero di indossare Pigiami, Pitturare figure di viola e rosa (Purple and Pink), mangiare Pop corn e Pasticcini e fingere di essere Pirati. Perfetto!
Lasciai mia figlia Jillian a scuola e due ore do- po, ricevetti una telefonata dalla sua insegnante. Chiamò dicendo che Jillian aveva dato in escande- scenza in classe. L’insegnante spiegò che la classe aveva finto di essere pirati e quando mise la benda sull’occhio di Jillian, la bambina le gettò le braccia come se stesse cercando di aggrapparsi e gettan- dosi a terra urlando aiuto.
Portammo immediatamente Jillian dal Pedia- tra. sembrò scettico quando riferimmo che non avevamo notato nessuna perdita nella visione di Jillian,così volle controllare. Ero di fianco a Jillian alla fine di un lungo corridoio mentre il dottore era di fianco alla tabella di lettere dalla parte opposta. Una infermiera coprì uno degli occhi di Jillian e la bambina lesse senza problemi le lettere. Quindi l’infermiera coprì l’altro occhio.
“MAMMA, AIUTAMI”
Il mio cuore si fermò quando Jillian immedia- tamente gettò le braccia verso la madre comin- ciando a chiamarmi “Mammina, mammina, aiuta- mi” Ero vicina a lei con le braccia sulla sua spalla destra. Le parlai con dolcezza , dicendole che ero vicino a lei. Lei guardò nella mia direzione come se mi stesse cercando. Afferrai la sua mano e comin- ciò a piangere.
Il dottore guardò completamente allibito. Dis- se, “Jillian puoi vedere la tabella di lettere sul mu-
ro?” Lei mosse la testa tutto intorno come se stes- se cercando di percepire il soffitto il pavimento e quello che c’era in mezzo. Il nostro dottore allora disse,”Jillian, puoi vedermi?” e lei immobile mor- morò, “ti sento”.
Il dottore ci lasciò nella sala d’aspetto e chia- mò per portarla immediatamente all’ospedale pe- diatrico. Ero terrorizzata. Cosa era successo alla mia bambina? Era sempre stata cieca in un oc- chio? Se no , perchè non si era accorta di cosa era improvvisamente successo all’occhio? Come ave- vamo potuto non accorgerci?
Una settimana più tardi, l’oftalmologo ci disse che Jillian era ambliope. Non avevo mai sentito quella parola ma imparai presto che l’ambliopia è “parziale o totale perdita di capacità visiva di un occhio a causa di condizioni che colpiscono il normale sviluppo della visione”. In caso di amblio- pia, il cervello favorisce l’occhio più forte a discapi- to di quello debole. L’occhio debole viene ignorato dal cervello, e quindi le cellule cerebrali collegate alla visione non si sviluppano adeguatamente. L’ambliopia è la causa più comune di cecità di un occhio. Si stima che siano colpiti il 2-3% dei bam- bini negli Stati Uniti.
Così,sì, Jillian era diventata praticamente cieca in un occhio,in quanto il suo cervello era completo ma aveva smesso di comunicare con l’occhio de- bole. Il dottore spiegò che non c’era operazione chirurgica che correggesse l’ambliopia. Il tratta- mento più usato era di obbligare il cervello ad usa- re l’occhio “cattivo” occludendo l’occhio “buono”.
Il meglio che potevamo aspettarci
Jillian portò l’occlusore da 10 a 11 ore al gior- no per 3 anni. La sua visione limitata ci portò a de- cidere di farle fare scuola a casa durante quel pe- riodo. Alla fine della terza, l’oftalmologo disse che
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