Page 419 - Lezioni di Mitologia;
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      sua  figlia starebbe  seco  sei mesi,  ricomparve   la
       tranquillità  sul suo  volto, intralciò con  le spighe
      i capelli, e la raccolta fu  sì abbondante che  i gra-
      nai non poterono contenerla. E facile d'immaginare
       dopo questa tradizione tutti  gli  epiteti, dei quali il
      nome   di Cerere è accompagnato presso    i poeti greci
      e latini. Son troppo conosciuti per fermarvisi, e ser-
      virà di notare che l'uso di rappresentare la dea con
      le spighe di grano   le avea   fatto consacrare  il se-
      gno della Vergine,    essendo la spiga un bell'astro
       di questa costellazione. Non solo  i templi di Cerere
       erano ornati di fasci  di spighe, ma degl'istrumenti
       ancora della mietitura. Si poneva la maggior parte
       di questi  edifìzi fuori delle  città,  sia perchè la  di-
       vinità alla quale erano   sacri presiedeva ai lavori
       della campagna, sia, come pretende Vitruvio, che
       i costumi semplici e puri degli abitanti fossero ana-
       loghi alla loro situazione.
         Cerere, soprannominata Nutrice, è stata rappre-
       sentata con due fanciulli che tengono    il corno del-
       l'abbondanza, e ciascuno è posto presso una delle
       sue mammelle. Questa attitudine le conveniva, sup-
       ponendosi che avesse somministrato agli uomini      il
       loro principal nutrimento,  il pane stesso, divenuto
       suo simbolo   sopra molti monumenti. Ovidio, Vir-
       gilio, e un gran numero di poeti latini si sono ser-
       viti del nome di Cerere per significare    il pane. Si
       faceva onore   di tutto  ciò che  si referisce  all'agri-
       coltura a questa   divinità, e  ai suoi primi  allievi.
       Così  lo staccio non poteva essere a meno che con-
       sacrato non   le  fosse;  infatti  lo porta sopra molti
       monumenti.
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