Page 756 - Lezioni di Mitologia;
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sta dea lo punisce della sua insolenza, mandando
un assillo che punge il toro. L'animale furioso ro-
vescia il giovine Ampelo che muore della caduta.
Un Satiro testimonio di questa sventura l'annunzia
a Bacco , che inconsolabile diviene. Egli bagna di
lacrime il corpo del suo amico steso sulla polvere,
e lo copre di rose e di gigli. Versa nelle piaghe
l'ambrosia donatagli da Rea , che dopo la meta-
morfosi di Ampelo in vite, bastò per dare al suo
frutto un odore delizioso. I Sileni dividono il do-
lore del dio. Ampelo, quantunque morto, era tanto
bello come quando viveva. Bacco lo contempla
,
ed esprime il suo dolore: minaccia della sua ven-
detta il toro crudele nello stesso tempo che pasce
i suoi occhi nel veder le grazie del suo misero
amante. Egli accusa l' Inferno inesorabile che non
rende le sue prede. Scongiura Giove di voler ren-
dere la vita al suo amico per qualche istante. L'A-
more sotto la forma di Sileno, portando in mano
il tirso, viene a consolar Bacco, e gli consiglia di
formare dei nuovi amori onde dimenticare il per-
duto giovinetto. Gli racconta per questo oggetto
una graziosa favoletta , che contiene un' allegoria
fisica sulla spiga e sul gambo che la sostiene, nei
nomi di Calamo e Carpo. Ma nulla può mitigare
il dolore di Bacco. Le Stagioni intanto, delle quali
il poeta fa la descrizione , vanno alla reggia del
Sole, e ognuna di loro ha ornamenti che la carat-
terizzano.
Il Canto duodecimo ci rappresenta le Stagioni
stesse che arrivano sulle rive dell'Oceano nel pa-