Page 823 - Lezioni di Mitologia;
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       prate da' Baccanti, dicendo che in molti luoghi è
       usanza di sonarle mentre   si vendemmia   ;  al che al-
       lude quel di Euripide   : Rallegrarsi colla tibia, po-
       sar le cure quando verrà l'uva. —

          E nella Pompa di Tolomeo vi era un carro ca-
       rico di uve, ch'erano pigiate da sessanta    Satiri,  i
       quali a suon    di  tibie cantavano  versi  della ven-
       demmia. Hanno      finalmente   le  Centauresse  sulle
       spalle alcune pelli consuete  a' Baccanti, che per lo
       più erano le nebridi  ,  le quali propriamente  erano
       quelle prese da   cervi giovani, che   il primo anno
       si chiamavano v^^poi dai   Greci. E  Lattanzio   com-
       mentatore   di  Stazio pretende che   si chiamassero
       pure nebridi le  pelli di daino.
          Polluce fra le vesti dei Satiri, e per conseguenza
       di Bacco, annovera ancora le pelli di capra e quella
       della pantera, imitata per   lo più però e tessuta,
       perchè, come nota    il Salmasio, le vere non  si tro-
       vavano così facilmente. Le Centauresse si veggono
       in un bassorilievo del Museo dementino così        de-
       scritto da Visconti.
          « Che Zeusi sia stato   il primo ad immaginar le
       Centauresse par che Luciano     l' insinui. E da una
       pittura di lui, crede Winkelmann, imitata una gem-
       ma eh' egli  riporta nei Monumenti     inediti  , e che
       rappresenta una Centauressa in atto di allattare un
       piccolo Centauro. Rare ciò non     ostante pur sono
       le loro rappresentanze nei monumenti, e per lo più
       fan  di se mostra, come nel nostro marmo, in com-
       pagnia di Bacco e dei suoi seguaci.
         » Le   tredici  figure componenti  il  bassorilievo  ,
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