Page 122 - terra_di_versilia
P. 122
Emiliana Martinelli
Parlare di colore, senza parlare di Emiliana è praticamente impossibile.
La poliedrica artista forte della sua preparazione, apprezzatissima design nonché
meritevole architetto, affonda le sue radici in una scuola familiare in cui il padre le
faceva da eccellente docente..
Figlia d’arte... pregevoli sono i lavori pittorici del genitore, capostipite indiscusso di
generazioni votate all’elaborazione del tratto e del segno.
Lei ha anche il merito che va oltre la proiezione cromatica con una particolare
prospettiva dei suoi lavori.
In Lei alberga l’indispensabilità cromatica, la sua accentuazione, in una competizione
di toni e contrasti che chiamano attenzione e meraviglia.
I suoi quadri, se spogliati delle linee esterne che definiscono l’immagine, liberando il
colore da queste contenuto, sarebbero un festival assoluto di radiosità festosa.
La potenza dei colori, l’energia della vita, l’irrequietezza creativa che prende forma
nelle opere da lei prodotte la pone in evidenza nel nostro contesto pittorico.
Vicina ai Fauves, così l’avrebbero definita in altri tempi, per l’uso potente dei colori,
distaccata dalla resa effettiva della realtà, come loro stessi usa quel modo per esprimere
il proprio stato d’animo, le proprie pulsioni interiori.
Erano “espressionisti” definizione a cui Emiliana si avvicina.
La violenza, forse preferibile forza, del colore indica l’affermazione della personalità
dell’artista.
Usa colori primari, secondari e complementari. Ma anche Van Gogh e Gauguin, non
vogliamo apparire irriverenti, a differenza di Matisse, usavano i colori per enfatizzare
quelli che caratterizzavano già il soggetto.
Matisse nelle sue opere utilizza il colore per modellare le masse e per creare ombre.
Il colore non è steso in modo da coprire completamente la tela: le parti lasciate in
bianco diventano elementi della composizione.
122