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Emiliana Martinelli




                  Parlare di colore, senza parlare di Emiliana è praticamente impossibile.
                  La poliedrica artista forte della sua preparazione, apprezzatissima design nonché
                  meritevole architetto, affonda le sue radici in una scuola familiare in cui il padre le
                  faceva da eccellente docente..
                  Figlia d’arte... pregevoli sono i lavori pittorici del genitore, capostipite indiscusso di
                  generazioni votate all’elaborazione del tratto e del segno.
                  Lei  ha  anche  il  merito  che  va  oltre  la  proiezione  cromatica  con  una   particolare
                  prospettiva dei suoi lavori.
                  In Lei alberga l’indispensabilità cromatica, la sua accentuazione, in una competizione
                  di toni e contrasti che chiamano attenzione e meraviglia.
                  I suoi quadri, se spogliati delle linee esterne che definiscono l’immagine, liberando il
                  colore da queste contenuto, sarebbero un festival assoluto di radiosità  festosa.
                  La potenza dei colori, l’energia della vita, l’irrequietezza creativa che prende forma
                  nelle opere da lei prodotte la pone in evidenza nel nostro contesto pittorico.
                  Vicina  ai Fauves, così l’avrebbero definita in altri tempi, per  l’uso potente dei colori,
                  distaccata dalla resa effettiva della realtà, come loro stessi usa quel modo per esprimere
                  il proprio stato d’animo, le proprie pulsioni interiori.
                  Erano “espressionisti” definizione a cui Emiliana si avvicina.
                  La violenza, forse preferibile forza, del colore indica l’affermazione della personalità
                  dell’artista.
                  Usa colori primari, secondari e complementari. Ma anche Van Gogh e Gauguin, non
                  vogliamo apparire irriverenti,  a differenza di Matisse, usavano i colori per enfatizzare
                  quelli che caratterizzavano già il soggetto.
                  Matisse nelle sue opere utilizza il colore per modellare le masse e per creare ombre.
                  Il colore non è steso in modo da coprire completamente la tela: le parti lasciate in
                  bianco diventano elementi della composizione.







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