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Giovanni Porcella
Nasce da un bisogno intimistico, la sua ricerca continua e persistente nell’ambito della
figurazione, condizione quasi assillante che lo spinge ad indagare, in ogni dove, la
pittura ponga il suo essere.
Ritrattistica, ambizione struggente che lo porta ad esercizi ripetuti e vari, con la certezza
che questa non è cosi semplice... perchè ? ...perchè prima, devi conoscere molto, ma
molto bene il disegno.
Questo suo approccio, non ha nulla a che vedere con l’approccio di certi principianti
faciloni che si si buttano a impiastrare tele, dopo aver tracciato quattro contorni
sommari, spalmando colori a caso, nella speranza che ne esca qualcosa.
Bisogna aver frequentato e compreso i valori di chiaroscuro, le tonalità del colore, la
saturazione e quindi anche la teoria del colore.
Bisogna imparare a impastare i colori sulla tavolozza.
Ma sopratutto si deve rubare l’anima al soggetto e trasportarla sulle tele...
Giovanni, celebra nella sua semplicità o forse più giusto definirla umiltà (termine che
lascia spazio a ricerca ed ammette anche i propri errori) con i suoi tratti e le sue cromie,
personaggi che la storia ci ha donato ed i loro percorsi... storie di un vissuto esaltante
quali le opere pucciniane con le sue figure femminili, di cui il nostro, riesce ad esaltare
e riprodurre particolari di grande intensità.
Ai nostri giorni, non ci appare per nulla anacronistica l’opera di pittori come Giovanni
Porcella, che attraverso l’interpretazione della figura ripropone, con la sua pittura, i
temi della bellezza, dell’amore, del dolore, del male .
Giovanni Porcella è un classicista e nel suo essere tale è assolutamente contemporaneo:
perché celebra una idea di bellezza che non è mai tramontata e perché lo fa in modo
del tutto originale, reinterpretando i contenuti e le forme della bellezza classica in
chiave, a volte, anche delicatamente surrealista.
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