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Daniela Borla




                  Daniela Borla Dabò vive  e lavora a Ivrea.
                  Laureata in scienze pedagogiche , ha insegnato per molti anni coltivando parallelamente
                  la passione per la pitura e per la ceramica.
                  Come ceramista fa parte dell’Associazione Ceramisti di Castellamonte, le sue sculture,
                  che rappresentano, oggetti, animali, figure umane, a tutto tondo e bassorilievi, sono
                  spesso  esposte  in  Piemonte  e  in  Liguria.  Inoltre  è  associata  ai  gruppi Artisti  per  il
                  Canavese, Arte in fuga, Compagnia Artisti e Autori di Torino. Recentemente è stata
                  inserita tra gli  artisti  di ArtGallery  LAB con sedi a Parma, Milano, Roma, Lecce e
                  Caserta- circuito E.A.C Elettronic Art Cafè di Achille Bonito Oliva e Umberto Scrocca.


                  Le  sue immagini galleggiano tra la dimensione  del  sogno e il marciapiede  di  una
                  metropoli.
                  Il suo sguardo si apre su città fitte di strade, vicoli e presenze mai rivelate.
                  Sono  città  possibili,  che  si  rivelano  all’ertista  nelle  loro  linee  essenziali;  l’artista  si
                  rivolge alla meropoli come creatura opposta alla natura.
                  Spinta  da  un’intuizione  inedita  e  originale,  è  affascianta  dall’opera  dell’uomo,  che
                  considera quasi più interessante di quella che l’uomo ha trovato in natura.
                  Per lei la contemplazione ideale si compie tra le vie di New York . E infatti è lungo le
                  grandi arterie metropolitane che maestora e dolcemente decadente ad un tempo, l’opera
                  dell’uomo si fa portatrice di una poesia e di una divinità che si rivelano attraverso la
                  forma più struggente: l’essenza.
                  A  volte  è  possibile  vederle,  queste  città  nei  quadri  di  questa  artista  che  osserva  il
                  mondo ed esso le si rivela nelle linee essenziali, in quei grafii che squarciano la nebbia
                  dell’apparenza.
                  I suoi quadri sono varchi.

                  Lucia Rossetti






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