Page 29 - L'INVENZIONE DEL BUIO
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Io - Hai qualche idea?
Lui - Non saprei da dove cominciare. Mi sento svuotato. Ti
andrebbe di essere tu a guidarmi?
Io - Mentre dormivi, ho approfittato per riflettere un po’,
ho preso degli appunti. Guarda, ho anche disegnato una
mappa. Vediamo se sei d’accordo.
Lui - Dimmi.
Io - Considerata la situazione, credo che un posto valga
l’altro. Non intendo sostenere che tutto si equivalga. Non
è una questione di principio. Cerco solo di considerare
quello che è successo. E credo che uno degli effetti della
catastrofe sia che sono saltate le vecchie coordinate con
i loro tradizionali rapporti gerarchici. Come facciamo
a parlare ancora di centro e di periferia? Di valore e di
resti? Di alto e di basso?
Lui - Sono d’accordo.
Io - Quindi ogni volta che ci mettiamo in cammino, non
dobbiamo ritenere di essere all’inizio di un viaggio e che,
avendo un inizio, il viaggio stesso dovrà avere anche una
fine. Dobbiamo pensare invece che mettiamo il primo
passo sempre nel mezzo. Che il viaggio ci deborda,
a monte e a valle, e che ogni punto sulla mappa, in
qualsiasi momento, potrebbe collegarsi con tutti gli altri,
senza direzioni univoche prestabilite.
La cosa più importante, in questo tipo di avventure, è che
ci sia un po’ di benevolenza, nei confronti dei compagni
di viaggio e anche di se stessi…
Lui - Mi sembra una cosa molto saggia.
Io - Allora, ecco dove volevo arrivare, credo che sia del
tutto inutile che ora noi ci sediamo, apriamo sul tavolo
le mappe della Terra e con la matita decidiamo quale sia
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