Page 9 - Menotti Bianchi
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Album Minestrone
I protagonisti delle caricature sono gli illustri bitontini del tempo, indagati du- rante gli anni di lavoro presso la filiale bitontina della Banca bitontina, irrisi con eleganza e acume di spirito nella loro vita quotidiana, oppure travestiti per il ve- glione di carnevale o resi figurini dell’opera Faust di Charles Gounod, messa in scena al Teatro Piccini di Bari nel 1881. Menotti si ritrae spesso nelle caricature con il suo tipico pizzetto appuntito e gli occhiali tondi, ora nel corpo di un cane ora di un angelo, o nei panni del Wagner del Faust, armato di penna anziché di spada. La musica e il teatro sono spesso da lui raccontati, dal maestro Michele Carelli al soprano soprannominata cannone Armstrong forse per le sue esplosive doti vo- cali, ai riferimenti al Barbiere di Siviglia di Rossini, a La Favorita di Donizetti, al già citato Faust e altri ancora. Non manca la denuncia sociale, con i cittadini schiac- ciati dai faldoni del catasto su cui troneggiano due personaggi disinteressati alla scena, o la bilancia che pende sotto il peso della carta da gioco del sette di denari piuttosto che a favore del codice. Lo stile dell’album si riconosce principalmente nelle caricature di scuola napoletana di Melchiorre Delfico e Mario Buonsollazzi in arte Solatium.
Le sue caricature, sprezzanti nel ritrarre la società borghese del tempo e la classe dirigente, erano molto apprezzate dai ceti più umili nei quali alimentava una co- scienza critica mediata dalla risata. La sua appassionata satira lo portò allo scontro con la classe dirigente affiliata al regime fascista, che non tollerava l’ironia verso i suoi gerarchi, portando a una forzata conclusione la sua significativa esperienza artistica.
N. 3-4
Nella caricatura n. 3 Frate Menotti si ritrae nei “panni” di S. Antonio – patrono de- gli animali – accanto al suo inseparabile cane, “il suo compagno”; nella n. 4 in un divertente scambio di ruoli in cui l’elegante figura dal corpo umano con bastone, cannocchiale e l’inseparabile penna stilografica ha una testa canina, mentre in basso il cane viene antropomorfizzato con la testa del suo geniale padrone.
NN. 7-24
Vincenzo III Gentile nacque a Bitonto nel 1853; sposò Donna Maria Freda di Fog- gia. Lasciò un figlio maschio con il quale, a causa della prematura dipartita, si estinse il casato.
Nelle due caricature a lui dedicate Gentile è riconoscibile dalle iniziali “VG”. Nella n. 7 la filiforme ed elegante figura del Gentile porta sotto braccio il frustino del
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