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esso sia uguale  alla lunghezza d’onda Compton si  scopre che tale buco nero ha
               proprio il raggio pari alla lunghezza di Planck.
               Cosa significa tutto ciò? Le ripercussioni in fisica  sono molteplici e di  notevole
               importanza. Un esempio per tutti ci  dice che, con l’aiuto del principio di
               indeterminazione di Heisenberg        , non dobbiamo  perdere tempo a localizzare un
               buco nero come il precedente, sarebbe tempo perso, infatti dovremmo fornire
               un’energia talmente elevata da poter creare un nuovo buco nero dove in effetti non
               esisteva.

               Se siete arrivati a questo punto senza perdervi nei vari concetti forse un poco astrusi
               per i neofiti, allora ci siamo, possiamo  calcolare LPlanck.  Sappiamo che la forza
               gravitazionale  di Newton  , per due masse (m1 e m2) a distanza r, è:




                                 con un’energia potenziale                      Ci chiediamo quale è la
               minima velocità v (velocità di fuga) per la quale una particella di massa m1 possa
               sfuggire ad un campo gravitazionale di una massa m2. Questo accade quando la sua
               energia cinetica è proprio uguale all’energia potenziale:




                                         quindi chiamando semplicemente m1 come m, otteniamo





                               Per avere un buco nero, dove nulla può fuggire perché la velocità di
               fuga è maggiore o uguale velocità della alla luce, v deve essere almeno uguale a c,
               quindi:




                                                             La nostra  ipotesi di  partenza era che il
               raggio del buco nero fosse uguale alla lunghezza Compton, quindi, confrontando le
               due formule ora menzionate, si ha che




                                                             Sostituendo l’espressione appena trovata
               per m (chiamata anche massa di Planck) nell’equazione per la determinazione della
               lunghezza d’onda Compton si arriva finalmente alla formula per la lunghezza d’onda
               di Planck:






               In conclusione non vi è nessuna ragione oscura per la quale si ha una radice quadrata
               o una potenza al cubo. Al contrario, come accennato in precedenza, è di grande
               importanza la posizione al numeratore di h e G e di c al denominatore.




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