Page 5 - vol.6.FOTORACCONTI.1_Neat
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Cos’è un fotoracconto.
                                                                        Alla fine degli anni Sessanta diventò molto frequente l’uso
                                                                        di privilegiare sequenze fotografiche su un determinato ar-
                                                                        gomento invece di limitarsi allo scatto unico. Il racconto fo-
                                                                        tografico divenne perfino una sezione a sé nei vari concorsi
                                                                        fotografici, amatoriali e professionali.
                                                                        Il fotoracconto è l’incontro, se così si può dire, tra la street-
                                                                        photo e il fotoreportage, della prima ha l’occasionalità e la
                                                                        non programmazione, del secondo la volontà di narrare,
                                                                        con una sequenza di immagini, più o meno lunga, un avve-
                                                                        nimento estemporaneo colto, in questo caso, fortuitamente
                                                                        e, rispetto al fotoreportage, non ha alcuna intenzionalità e
                                                                        fine commerciale di pubblicazione.


                                                                        Storie napoletane
                                                                        I fotoracconti contenuti in questo volume sono stati realiz-
                                                                        zati tutti a Napoli tra il 1967 e il 1970, prevalentemente nar-
                                                                        rano di situazioni, luoghi e persone legati dal fil rouge del
                                                                        disagio, della solitudine, dell’emarginazione e della povertà,
                                                                        ma anche della dignità, della gioia di vivere, della speranza
                                                                        e della fede popolare profonda in cui, in mancanza di altre
                                                                        risorse, ci si può anche annullare. Non folclore, quindi, ma
                                                                        la vita vera della gente di questa città schiacciata sotto il
                                                                        peso della sua storia i cui simulacri emergono prepotenti ad
                                                                        ogni passo a ricordarci un passato terribile e splendido, che,
                                                                        nonostante sforzi e coraggio, non riesce a diventare futuro.

                                                                        Per scelta ho sempre scattato le foto a mano libera, non mi
                                                                        sono mai servito del cavalletto che avrebbe impedito l’im-
                                                                        mediatezza della ripresa e non ho mai utilizzato, se non in
                                                                        casi rarissimi, fonti di luce supplementare oltre a quella esi-
                                                                        stente nel momento della ripresa, affidando all’Ilford HP4 o
                                                                        alla Kodak Tri X-Pan tirate a 800/1600 o anche più (gli ad-
                                                                        detti ai lavori comprenderanno) e ad 1/30 di secondo la
                                                                        possibilità di cogliere immagini, persone, situazioni ed emo-
                                                                        zioni anche in condizioni di luce precaria, ben consapevole
                                                                        che queste modalità avrebbero influito sulla qualità tecnica
                                                                        delle foto, facendo aumentare la grana e correndo il rischio
                                                                        di scatti mossi, non perfettamente a fuoco o con poca pro-
                                                                        fondità di campo.
                                                                        Ma a me interessava avere l’immagine, cogliere e fermare,
                                                                        in quel luogo ed in quel momento, quell’insostituibile istante
                                                                        di vita che condividevo con il mio soggetto. Per me era quella
                                                                        l’essenza della fotografia.














                                                                                                                                   3
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