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1. LA DINAMICA TRIMESTRALE DEI RAPPORTI DI LAVORO







            Nel primo trimestre del 2020, comincia il calo delle cessazioni per effetto esclusivamente della diminuzione
            osservata per la componente femminile, pari a -2,1%, mentre per quella maschile si rileva un lieve incre-
            mento, pari a +0,5%. Si può calcolare che nel periodo che va dal primo trimestre del 2018 al quarto trimestre
            del 2020, la diminuzione del numero medio trimestrale (calcolato su quattro trimestri) di cessazioni sia risul-
            tata pari a -138 mila (-9,7%) per gli uomini e pari a -147 mila (-12,2%) per le donne, con una riduzione più
            marcata, quindi, per la componente femminile. Nel periodo considerato, queste variazioni conducono, per-
            tanto, a un aumento della percentuale media di cessazioni riferita alla componente maschile, che aumenta
            di 0,6 punti percentuali, dal 54,0% al 54,6% del totale cessazioni. L’incremento della differenza di genere
            relativa alle cessazioni si verifica soprattutto dal secondo al quarto trimestre del 2018, in corrispondenza dei
            quali la composizione percentuale media delle cessazioni si sposta di 0,4 punti verso la componente maschile,
            e nel primo trimestre del 2020, quando si osserva un aumento delle cessazioni per gli uomini e una contem-
            poranea diminuzione per le donne.


            Grafico 1.5 - Variazione percentuale dei rapporti di lavoro cessati per genere del lavoratore interessato rispetto allo stesso trime-
            stre dell'anno precedente. I trimestre 2018 - IV trimestre 2020

              20,0
              10,0
               0,0

             -10,0
             -20,0
             -30,0

             -40,0
                    I trim  II trim  III trim  IV trim  I trim  II trim  III trim  IV trim  I trim  II trim  III trim  IV trim

                                2018                          2019                          2020
                                                     Maschi              Femmine

            Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Sistema informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie


            A livello territoriale l’andamento delle cessazioni dei rapporti di lavoro nel triennio 2018-2020, evidenzia in
            tutte le aree del Paese un incremento nei trimestri fino al 2019, in misura superiore nel Nord e nel Centro, in
            particolare dal secondo trimestre del 2018 al secondo trimestre del 2019; in quest’ultimo caso le cessazioni
            nel Mezzogiorno diminuiscono dell’1,4%, in controtendenza con le altre aree del Paese dove crescono. Nella
            seconda metà del 2019, si osserva una crescita percentuale sostanzialmente omogenea a livello territoriale
            (Tabella 1.9). Nel 2020, contrassegnato dalla pandemia da Covid-19, si osserva un calo delle cessazioni più
            moderato nel Mezzogiorno, per il quale si registra nel primo trimestre una crescita, pari all’1,3%, mentre nel
            Centro le cessazioni calano del 4,4% e nel Nord restano sostanzialmente stabili. Nei trimestri successivi del
            2020, la contrazione delle cessazioni risulta più marcata nel Centro (dal secondo al quarto trimestre del 2020
            la diminuzione risulta rispettivamente -43,7%, -19,5% e -17,6%) e nel Nord (-34,6%, -15,3% e -16,3% il calo
            tendenziale osservato); nel Mezzogiorno la riduzione, seppur significativa, risulta meno intensa (-32,6%,
            -11,9% e -12,1% le variazioni registrate dal secondo al quarto trimestre del 2020).

            Per effetto della dinamica descritta, dal primo trimestre del 2018 al quarto trimestre del 2020 il calo medio
            percentuale delle cessazioni risulta superiore nel Centro del Paese, dove si registra una riduzione nel periodo
            pari a -14,0% (corrispondente a -86 mila cessazioni); nel Mezzogiorno la diminuzione si attesta a -11,0% (pari
            a -104 mila cessazioni) e, infine, nel Nord si osserva un calo pari a -8,9% (pari a -94 mila cessazioni).






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