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di strada e nella stessa epoca sorse un panificio, ma anche questo ebbe
            vita breve.

            Ad iniziativa di Salvatore Mandato, nell’immediato Dopoguerra, sorgeva un
            piccolo pastificio situato nel piano terra della propria casa nel Murillo.

            Ebbe vita effimera per  mancanza di personale specializzato  ma anche
            perché il popolo non ne gradiva il prodotto.

            Vi erano quattro frantoi tradizionali di cui uno funzionava, da più secoli, in
            un basso che appartenne a Gian Vincenzo Gravina. La molitura delle ulive
            era limitata a produrre olio quanto ne necessitava; si preferiva vendere le
            olive.

















            Per l’alta produzione di cereali, di olive, di fichi secchi, di bozzoli di filugello
            e per un buon allevamento di animali da  carne Roggiano poteva
            considerarsi un piccolo  centro  commerciale. Tutti i giorni, compresa la
            domenica, si teneva un ricco mercato di ortaggi, frutta, uova e pollami in
            Piazza Metastasio nei mesi estivi, mentre nei mesi invernali, per la fangosità
            del suolo, si spostava davanti al Municipio, attorno alla torre e nel largo
            prima di Via S. Angelo, dove il suolo era più asciutto.

            Nel corso dell’anno si tenevano tre fiere: la fiera di San Francesco il 2 e il 3
            dicembre, quella di Sant’Antonio il 17 gennaio e la grande fiera di maggio
            la terza domenica del mese. Durava tre giorni: venerdì, sabato e domenica.
            Vi si vendeva e comprava di tutto.






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