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era manuale, c’era bisogno del triplo degli operai ma si lavorava 1/4
dei quintali che si lavorano oggi.
Tutta questa meccanizzazione ha un impatto sulla qualità
dell’olio? Se sì, è positivo o negativo?
Ha un impatto molto positivo. Il fatto, di per sé, di accorciare i tempi
da quando le olive vengono raccolte a quando vengono molite è un
incremento della qualità dell’olio. In più abbiamo una gestione
dell’igiene, in confronto a prima, di un altro livello. Ora lavoriamo con
macchinari che hanno sistemi di lavaggio automatizzati e
temperature controllate, prima no.
A febbraio 2024, in tutta Europa, ha avuto luogo la protesta dei
trattori, una manifestazione finalizzata ad ottenere maggiori
tutele per gli agricoltori. Aziende come Terre Rugiani come
fanno a sopravvivere a questi tempi difficili?
Avviare oggi un’azienda come Terre Rugiani, per com’è strutturata
adesso, sarebbe sinceramente impensabile. Dal momento che io e
mio fratello l’abbiamo ereditata, quindi i grossi sacrifici iniziali sono
stati superati, e grazie anche all’ascesa dei social e del digitale in
generale, riusciamo anche a farci conoscere fuori e dare il giusto
valore, il giusto prezzo, ai nostri prodotti. Noi non abbiamo grosse
quantità, puntiamo a trovare i clienti giusti ed una volta individuati
riusciamo a vendere i nostri prodotti tranquillamente.
Quanto ha scommesso sulla sua azienda? Per avere una
dimensione di quanto ci ha creduto - senza entrare nei meriti
dei dati sensibili dell’azienda - possiamo chiederle se ha
investito su Terre Rugiani di tasca sua?
Quando ho iniziato, probabilmente, non ci credevano neanche i miei
genitori. A Roggiano i frantoi non erano aziende che imbottigliavano,
che vendevano e che realizzavano prodotti come fa un marchio.
Erano perlopiù aziende che producevano olio per conto terzi. Ogni
famiglia roggianese portava le olive al frantoio ed il frantoio gliele
trasformava. Così accadeva anche per i mulini. A Roggiano i mulini
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